Dopo l’intervista a Maria, ritorna l’appuntamento con le mamme che vivono all’estero e che hanno vissuto o stanno vivendo la gravidanza in un Paese straniero. Oggi a raccontarci la sua storia è Elisabetta, che vive in Spagna e che a fine novembre avrà il suo primo bambino. Le sue risposte sono piene di consapevolezza e curiosità: sicuramente un bel punto di partenza per iniziare questa nuova avventura!
Avevo già scritto che qualche tempo ho deciso di comunicare ai miei genitori di essere andata in terapia. Bene, la mia psicologa ha pensato che sarebbe opportuno per me fare un incontro “di famiglia” in cui io possa riuscire a spiegare loro come mai ci sono certe cose che proprio non riesco a tirare fuori. I miei mi hanno detto subito di sì, ma ieri mio padre – forse subodorando che uno dei motivi della dpp potesse in qualche modo essere radicato nel mio rapporto con loro – mi ha detto: “Senti, io non vorrei che poi andassimo a incominciare una storia senza fine con questa cosa qui”.
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Un video davvero sconvolgente realizzato dall’associazione Strada Onlus che con il primo social network dedicato alla depressione delle mamme (Rebecca Blues) vuole diffondere l’argomento (di cui si parla ancora troppo poco). Per discutere anche di depressione pre partum (perché e quella può essere altrettanto angosciosa).
‘La maternità è la forma di amore più piena che abbia provato, probabilmente quella in cui mi ritrovo di più. Ed è una fortuna, me ne rendo conto, la maternità non è per tutte. Non è un amore puro e idealizzato, è l’impasto di tante cose’.
Oggi ritornano le interviste con una blogger che ha creato il manifesto delle mamme di oggi: “Il Mamasutra”. Sto parlando di Enrica Tesio, copywriter e autrice del blog Ti asmo (il cui sottotitolo è “Prima o poi l’amore arriva. E t’incula”), uno dei più seguiti della Rete. Madre di due figli, racconta con una lucida ironia un mondo di rapporti, non soltanto quello tra genitori e figli, ma in generale le relazioni umane. Ecco quello che mi raccontato.
“I had a black dog” è il titolo di un cortometraggio animato di Matthew Johnstone: mostra come la depressione sia una compagna fedele, esattamente come un cane nero, spaventoso e angosciante, che non ti lascia mai e che ti impedisce di vivere. Purtroppo di depressione non si parla mai abbastanza: può essere davvero invalidante, al pari di altre malattie che colpiscono il corpo. Perché la differenza sta proprio qui: mentre il disagio fisico è evidente, quello mentale non viene percepito come tale, perché è visibilmente invisibile.
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