‘Un fattore che può essere di aiuto nella prevenzione della DPP è il riuscire ad avere aspettative REALISTICHE sull’esperienza della maternità’.
Dove.
Ambulatorio 43, piano terra
Ospedale del Delta
V. Valle Oppio, 2 – Lagosanto (FE)
Tel: 0533 723227 (è possibile lasciare un messaggio di richiesta incontro tutti i giorni)
E-mail: ascolto.gravidanza@ausl.fe.it
Prosegue l’intervento (prezioso) degli specialisti che si occupano di depressione post partum. Questa settimana ho intervistato il gruppo di lavoro dell’Ausl di Ferrara, in particolare il Servizio di Psicologia Clinica Territoriale che fornisce a chi lo desidera un punto d’ascolto per mamme in difficoltà e una consulenza ai genitori per affrontare il primo anno di vita del bambino. Ecco quello che hanno raccontato.
Quando nasce il progetto di aiuto alle mamme per la prevenzione della depressione in gravidanza e post partum?
Poichè a Ferrara le funzioni storiche del Consultorio familiare -per la parte psicologica- erano andate via via perdendosi nella seconda parte degli anni ’90, anche in seguito alla confluenza dell’allora Servizio Materno-Infantile nel Dipartimento di Salute Mentale, dall’ inzio del 2001 L’AUSL di Ferrara decise di ridare impulso alle attività di protezione e cura delle donne in gravidanza e nel post-parto attraverso l’attivazione del SERVIZIO DI PSICOLOGIA CLINICA TERRITORIALE, che riservava una corsia di accesso privilegiata a tale tipologia di utenza.
Come vengono a conoscenza della vostra presenza sul territorio (lo dicono in ospedale, lo scoprono su internet, parlando con le amiche…)?
Molte energie da allora sono state dedicate alla costruzione della “rete” con i possibili Servizi invianti e con la società civile in senso lato. In particolare ci sono contatti strutturati e costanti con il Servizio territoriale AUSL “Salute Donna”che si occupa delle gravidanze fisiologiche (corsi pre-parto, sostegno all’allattamento, ecc.), con i Centri per le Famiglie del Comune di Ferrara ed ora anche di altri Comuni della provincia. Dal 2008 si partecipa al progetto “BENARRIVATO piccolo mio” in cui AUSL e Comune di Ferrara hanno aperto in modo congiunto un Centro dedicato alla prevenzione della depressione nel post-parto. Attraverso le visite in ospedale che le operatrici di questo Centro effettuano con regolarità è stato possibile far conoscere il Servizio anche lì.
Inoltre siamo presenti sul Web nel sito regionale dell’Informa Bambini e Famiglie (www.informafamiglie.it).
Al di là di questi percorsi, fin dall’inizio è stata fatta la scelta di facilitare l’accesso attraverso il contatto diretto (telefonico), con le psicologhe del Servizio, senza altre incombenze amministrative o burocratiche. Sicuramente ciò ha aumentato la soddisfazione delle utenti rinforzando il passaparola.
Qual è la prima cosa che fate quando una mamma viene da voi sospettando di avere la depressione post partum? O anche se vive in uno stato di ansia quando è ancora in gravidanza?
Poiché si è visto che rispondere tempestivamente a tali richieste di aiuto è estremamente efficace nel ridurre rapidamente la portata del malessere, abbiamo creato una corsia di accesso preferenziale per queste utenti, impegnandoci a fissare il primo colloquio entro dieci giorni dalla richiesta (cioè quelli previsti per le situazioni di urgenza).
L’intervento in sé invece non è specifico per la problematica portata, bensì ricalca le procedure di consultazione, finalizzate alla diagnosi e alla formulazione del piano di trattamento (1-3 colloqui clinici di norma) e di psicoterapia breve tipiche di un Servizio di Psicologia Clinica. Nel caso in cui si riscontri la necessità di interventi da parte di altri professionisti, come lo psichiatra, è nostra cura effettuarne l’invio.
La DPP ha a che fare con la persona o con l’ambiente? Una persona magari cresciuta in un ambiente socio economico più elevato ha le stesse probabilità di andare incontro ad una persona con meno mezzi o è la psiche che ne determina l’insorgenza?
La DPP come la maggior parte delle problematiche psichiche ha una eziologia complessa e multifattoriale, per cui non è possibile rispondere in termini assoluti. Di certo la letteratura scientifica ha individuato dei FATTORI DI RISCHIO sia a livello personale (fattori di personalità, psicopatologie pregresse e loro familiarità, temperamento difficile del bambino), che psico-sociale (eventi di vita negativi, conflittualità di coppia, scarso supporto sociale). E’ la pervasività dei diversi fattori ed il loro eventuale assommarsi a fare la differenza.
Secondo voi le donne durante la gravidanza ricevono abbastanza informazioni sulle difficoltà della maternità?
In realtà proveniamo da un lungo periodo storico in cui la prevalenza della cultura romantica ha spinto il pedale dell’ acceleratore sulla dimensione ideale del divenire genitore, non a caso in coincidenza col calo delle nascite e con l’aumento esponenziale delle infertilità (a causa dell’aumento dell’età media delle donne quando decidono di procreare), rimuovendo di fatto il tema delle difficoltà insite in questa esperienza.
Attualmente però notiamo un’inversione di tendenza: sono più frequenti le campagne di sensibilizzazione sul tema ed anche i luoghi tipici della prevenzione si mostrano più attenti e ricettivi (corsi pre-parto, ginecologi, ecc.), così da contrastare lo stigma che i disturbi emozionali in gravidanza si portano appresso.
Anche noi come Servizio abbiamo organizzato degli incontri formativi per gli operatori e dei momenti di confronto pubblico, con la cittadinanza.
La depressione post partum si può prevenire? Può ripresentarsi con altre gravidanze?
In assoluto ovviamente non esiste la ricetta per evitarla. E’ chiaro che la presenza dei cosiddetti “fattori di protezione” (stabilità e soddisfazione relazionale, reti di sostegno, ecc.) di tipo psico-sociale ne rende meno probabile l’insorgenza. Si è detto però che esistono anche fattori di rischio più difficili da neutralizzare a priori (fattori di personalità, familiarità per il disturbo, bambino “difficile”).Di certo l’intervento di cura tempestivo, oltre ad avere un’ottima prognosi in tempi piuttosto brevi, fornisce strumenti psicologici che aiutano ad evitare il ripresentarsi del problema nelle gravidanze successive.
Un fattore che può essere di aiuto nella prevenzione della DPP è il riuscire ad avere aspettative REALISTICHE sull’esperienza della maternità. Con ciò si intende l’essere a conoscenza che anche quando un evento come questo è estremamente atteso e desiderato comporta di per sé una”crisi” degli equilibri preesistenti, con un conseguente innalzamento dello stress. Tutto ciò entro una certa misura è fisiologico e poterlo anticipare mentalmente aiuta a governare meglio tale fase in attesa di ritrovare i propri ritmi ed equilibri.
Il ruolo del padre influisce sull’insorgenza della DPP?
Il padre è’ estremamente importante per il decorso della DPP. Egli infatti, a seconda del ruolo che assume nella coppia e nella nuova famiglia può costituire un fattore di PROTEZIONE fondamentale oppure diventare un fattore di RISCHIO. E’ utile sapere che anche il padre può sviluppare una sua depressione Post-parto, che in genere non si manifesta tanto con l’abbassamento del tono dell’umore quanto con l’irritabilità, l’impulsività e possibili condotte anomale (relazioni extraconiugali, sviluppo di dipendenze: alcool, sostanze o gioco d’azzardo). Spesso reazioni depressive dell’uno o dell’altro genitore si influenzano a vicenda sfociando nella conflittualità di coppia, col relativo rischio di rottura della neo-nata famiglia.
Secondo la vostra esperienza, il modo in cui viene raccontata la maternità dai media (penso ad esempio alle donne dello spettacolo che partoriscono e il giorno dopo lavorano) contribuisce a far sentire le donne “normali” più fragili?
Ovviamentei “miti sociali” non aiutano però, nella nostra esperienza clinica, in questa fase della vita non sembrano occupare un ruolo così saliente come invece diventano gli atteggiamenti e le aspettative dell’ambiente sociale più prossimo (le famiglie d’origine, gli amici -specie quando senza figli per problemi di infertilità-, i vicini, ecc.) che fanno implicitamente sentire inadeguata e in colpa ogni mamma che non paventi sempre gioia ed entusiasmo.
E’ vero che un parto cesareo può contribuire nell’insorgenza della DPP?
Non abbiamo alcun riscontro circa il parto cesareo in senso stretto. Piuttosto, possono verificarsi situazioni traumatiche di vario tipo durante il parto che provocano un “Disturbo post-traumatico da stress post-natale” (riconosciuto scientificamente solo nel 1994) i cui sintomi -inizialmente soprattutto di natura ansiosa- se non vengono trattati possono protrarsi a lungo evolvendo anche in sindromi depressive.
La DPP e’ ancora tabù? Lo chiedo perché quando dico che ho sofferto di depressione post partum, la mia sensazione è che tra donne si faccia molta fatica a parlarne, quasi come se si dovesse essere una sorta di censura.
Come si diceva prima nella nostra cultura è ancora molto forte l’idealizzazione dell’evento “nascita” e la difficoltà ad uscire dallo stereotipo. Però la presenza sul territorio di iniziative di scambi di gruppo per neo-mamme (ora anche on line..) e di presidi dedicati a cui rivolgersi pare essere un valido aiuto per governare i momenti di difficoltà sentendosi accettate e comprese.
Le vostre prossime iniziative?
Attualmente, oltre a mantenere attiva la “rete” già costruita con la altre agenzie sociali che lavorano su questa fase della vita (Centri per le Famiglie, Benarrivato, Salute Donna a Ferrara), miglioreremo l’offerta del Servizio nella provincia di Ferrara attivando un ambulatorio dedicato anche nel Distretto di Cento (ora assente) e spostando quello sito all’Ospedale del Delta nella nuova Casa della Salute di Comacchio. Un proposito dell’Azienda è anche quello di creare specifiche sinergie con il punto nascita dell’Azienda Ospedaliera, presso il nuovo ospedale di Cona.
In prospettiva possiamo ipotizzare che, con l’attivazione delle diverse “case della Salute” sul territorio provinciale, diventerà quello il luogo ottimale per favorire la cultura della prevenzione dei disturbi emotivi in gravidanza e nel post-parto e per poter attivare gli interventi di cura quando necessari.
Ringrazio tantissimo le dottoresse Cristina Meneghini e Luciana Vianello che sono state molto disponibili nel rispondere alle mie domande.
Ausl di Ferrara e l’aiuto alla genitorialità per prevenire la dpp
‘Un fattore che può essere di aiuto nella prevenzione della DPP è il riuscire ad avere aspettative REALISTICHE sull’esperienza della maternità’.
Dove.
Prosegue l’intervento (prezioso) degli specialisti che si occupano di depressione post partum. Questa settimana ho intervistato il gruppo di lavoro dell’Ausl di Ferrara, in particolare il Servizio di Psicologia Clinica Territoriale che fornisce a chi lo desidera un punto d’ascolto per mamme in difficoltà e una consulenza ai genitori per affrontare il primo anno di vita del bambino. Ecco quello che hanno raccontato.
Quando nasce il progetto di aiuto alle mamme per la prevenzione della depressione in gravidanza e post partum?
Poichè a Ferrara le funzioni storiche del Consultorio familiare -per la parte psicologica- erano andate via via perdendosi nella seconda parte degli anni ’90, anche in seguito alla confluenza dell’allora Servizio Materno-Infantile nel Dipartimento di Salute Mentale, dall’ inzio del 2001 L’AUSL di Ferrara decise di ridare impulso alle attività di protezione e cura delle donne in gravidanza e nel post-parto attraverso l’attivazione del SERVIZIO DI PSICOLOGIA CLINICA TERRITORIALE, che riservava una corsia di accesso privilegiata a tale tipologia di utenza.
Come vengono a conoscenza della vostra presenza sul territorio (lo dicono in ospedale, lo scoprono su internet, parlando con le amiche…)?
Molte energie da allora sono state dedicate alla costruzione della “rete” con i possibili Servizi invianti e con la società civile in senso lato. In particolare ci sono contatti strutturati e costanti con il Servizio territoriale AUSL “Salute Donna”che si occupa delle gravidanze fisiologiche (corsi pre-parto, sostegno all’allattamento, ecc.), con i Centri per le Famiglie del Comune di Ferrara ed ora anche di altri Comuni della provincia. Dal 2008 si partecipa al progetto “BENARRIVATO piccolo mio” in cui AUSL e Comune di Ferrara hanno aperto in modo congiunto un Centro dedicato alla prevenzione della depressione nel post-parto. Attraverso le visite in ospedale che le operatrici di questo Centro effettuano con regolarità è stato possibile far conoscere il Servizio anche lì.
Inoltre siamo presenti sul Web nel sito regionale dell’Informa Bambini e Famiglie (www.informafamiglie.it).
Al di là di questi percorsi, fin dall’inizio è stata fatta la scelta di facilitare l’accesso attraverso il contatto diretto (telefonico), con le psicologhe del Servizio, senza altre incombenze amministrative o burocratiche. Sicuramente ciò ha aumentato la soddisfazione delle utenti rinforzando il passaparola.
Qual è la prima cosa che fate quando una mamma viene da voi sospettando di avere la depressione post partum? O anche se vive in uno stato di ansia quando è ancora in gravidanza?
Poiché si è visto che rispondere tempestivamente a tali richieste di aiuto è estremamente efficace nel ridurre rapidamente la portata del malessere, abbiamo creato una corsia di accesso preferenziale per queste utenti, impegnandoci a fissare il primo colloquio entro dieci giorni dalla richiesta (cioè quelli previsti per le situazioni di urgenza).
L’intervento in sé invece non è specifico per la problematica portata, bensì ricalca le procedure di consultazione, finalizzate alla diagnosi e alla formulazione del piano di trattamento (1-3 colloqui clinici di norma) e di psicoterapia breve tipiche di un Servizio di Psicologia Clinica. Nel caso in cui si riscontri la necessità di interventi da parte di altri professionisti, come lo psichiatra, è nostra cura effettuarne l’invio.
La DPP ha a che fare con la persona o con l’ambiente? Una persona magari cresciuta in un ambiente socio economico più elevato ha le stesse probabilità di andare incontro ad una persona con meno mezzi o è la psiche che ne determina l’insorgenza?
La DPP come la maggior parte delle problematiche psichiche ha una eziologia complessa e multifattoriale, per cui non è possibile rispondere in termini assoluti. Di certo la letteratura scientifica ha individuato dei FATTORI DI RISCHIO sia a livello personale (fattori di personalità, psicopatologie pregresse e loro familiarità, temperamento difficile del bambino), che psico-sociale (eventi di vita negativi, conflittualità di coppia, scarso supporto sociale). E’ la pervasività dei diversi fattori ed il loro eventuale assommarsi a fare la differenza.
Secondo voi le donne durante la gravidanza ricevono abbastanza informazioni sulle difficoltà della maternità?
In realtà proveniamo da un lungo periodo storico in cui la prevalenza della cultura romantica ha spinto il pedale dell’ acceleratore sulla dimensione ideale del divenire genitore, non a caso in coincidenza col calo delle nascite e con l’aumento esponenziale delle infertilità (a causa dell’aumento dell’età media delle donne quando decidono di procreare), rimuovendo di fatto il tema delle difficoltà insite in questa esperienza.
Attualmente però notiamo un’inversione di tendenza: sono più frequenti le campagne di sensibilizzazione sul tema ed anche i luoghi tipici della prevenzione si mostrano più attenti e ricettivi (corsi pre-parto, ginecologi, ecc.), così da contrastare lo stigma che i disturbi emozionali in gravidanza si portano appresso.
Anche noi come Servizio abbiamo organizzato degli incontri formativi per gli operatori e dei momenti di confronto pubblico, con la cittadinanza.
La depressione post partum si può prevenire? Può ripresentarsi con altre gravidanze?
In assoluto ovviamente non esiste la ricetta per evitarla. E’ chiaro che la presenza dei cosiddetti “fattori di protezione” (stabilità e soddisfazione relazionale, reti di sostegno, ecc.) di tipo psico-sociale ne rende meno probabile l’insorgenza. Si è detto però che esistono anche fattori di rischio più difficili da neutralizzare a priori (fattori di personalità, familiarità per il disturbo, bambino “difficile”).Di certo l’intervento di cura tempestivo, oltre ad avere un’ottima prognosi in tempi piuttosto brevi, fornisce strumenti psicologici che aiutano ad evitare il ripresentarsi del problema nelle gravidanze successive.
Un fattore che può essere di aiuto nella prevenzione della DPP è il riuscire ad avere aspettative REALISTICHE sull’esperienza della maternità. Con ciò si intende l’essere a conoscenza che anche quando un evento come questo è estremamente atteso e desiderato comporta di per sé una”crisi” degli equilibri preesistenti, con un conseguente innalzamento dello stress. Tutto ciò entro una certa misura è fisiologico e poterlo anticipare mentalmente aiuta a governare meglio tale fase in attesa di ritrovare i propri ritmi ed equilibri.
Il ruolo del padre influisce sull’insorgenza della DPP?
Il padre è’ estremamente importante per il decorso della DPP. Egli infatti, a seconda del ruolo che assume nella coppia e nella nuova famiglia può costituire un fattore di PROTEZIONE fondamentale oppure diventare un fattore di RISCHIO. E’ utile sapere che anche il padre può sviluppare una sua depressione Post-parto, che in genere non si manifesta tanto con l’abbassamento del tono dell’umore quanto con l’irritabilità, l’impulsività e possibili condotte anomale (relazioni extraconiugali, sviluppo di dipendenze: alcool, sostanze o gioco d’azzardo). Spesso reazioni depressive dell’uno o dell’altro genitore si influenzano a vicenda sfociando nella conflittualità di coppia, col relativo rischio di rottura della neo-nata famiglia.
Secondo la vostra esperienza, il modo in cui viene raccontata la maternità dai media (penso ad esempio alle donne dello spettacolo che partoriscono e il giorno dopo lavorano) contribuisce a far sentire le donne “normali” più fragili?
Ovviamente i “miti sociali” non aiutano però, nella nostra esperienza clinica, in questa fase della vita non sembrano occupare un ruolo così saliente come invece diventano gli atteggiamenti e le aspettative dell’ambiente sociale più prossimo (le famiglie d’origine, gli amici -specie quando senza figli per problemi di infertilità-, i vicini, ecc.) che fanno implicitamente sentire inadeguata e in colpa ogni mamma che non paventi sempre gioia ed entusiasmo.
E’ vero che un parto cesareo può contribuire nell’insorgenza della DPP?
Non abbiamo alcun riscontro circa il parto cesareo in senso stretto. Piuttosto, possono verificarsi situazioni traumatiche di vario tipo durante il parto che provocano un “Disturbo post-traumatico da stress post-natale” (riconosciuto scientificamente solo nel 1994) i cui sintomi -inizialmente soprattutto di natura ansiosa- se non vengono trattati possono protrarsi a lungo evolvendo anche in sindromi depressive.
La DPP e’ ancora tabù? Lo chiedo perché quando dico che ho sofferto di depressione post partum, la mia sensazione è che tra donne si faccia molta fatica a parlarne, quasi come se si dovesse essere una sorta di censura.
Come si diceva prima nella nostra cultura è ancora molto forte l’idealizzazione dell’evento “nascita” e la difficoltà ad uscire dallo stereotipo. Però la presenza sul territorio di iniziative di scambi di gruppo per neo-mamme (ora anche on line..) e di presidi dedicati a cui rivolgersi pare essere un valido aiuto per governare i momenti di difficoltà sentendosi accettate e comprese.
Le vostre prossime iniziative?
Attualmente, oltre a mantenere attiva la “rete” già costruita con la altre agenzie sociali che lavorano su questa fase della vita (Centri per le Famiglie, Benarrivato, Salute Donna a Ferrara), miglioreremo l’offerta del Servizio nella provincia di Ferrara attivando un ambulatorio dedicato anche nel Distretto di Cento (ora assente) e spostando quello sito all’Ospedale del Delta nella nuova Casa della Salute di Comacchio. Un proposito dell’Azienda è anche quello di creare specifiche sinergie con il punto nascita dell’Azienda Ospedaliera, presso il nuovo ospedale di Cona.
In prospettiva possiamo ipotizzare che, con l’attivazione delle diverse “case della Salute” sul territorio provinciale, diventerà quello il luogo ottimale per favorire la cultura della prevenzione dei disturbi emotivi in gravidanza e nel post-parto e per poter attivare gli interventi di cura quando necessari.
Ringrazio tantissimo le dottoresse Cristina Meneghini e Luciana Vianello che sono state molto disponibili nel rispondere alle mie domande.
Foto credits: dal web
Valentina Colmi
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