E’ arrivato aprile. Per noi è un mese di festa perché sono nate entrambe le nostre figlie: Paola il 15 e Vittoria il 21. Eppure – nonostante la gioia per i compleanni – per me con questo mese inizia anche l’inquietudine. Un’ inquietudine che cominciava proprio nella notte di quel lunedì di 3 anni fa quando alle 3 di notte mi si ruppero le acque e non sapevo ancora cosa mi sarebbe successo.
Nonostante tutto ciò sia stato superato e abbiamo avuto anche un’altra splendida figlia, non credo di potermi scrollare di dosso il passato. Ne parlavo giusto qualche tempo fa con Deborah Papiscache tutti conoscete per Oasi delle Mamme e per il suo splendido libro “Di materno avevo solo il latte“. Ci dicevamo che nonostante passino gli anni, il nostro vissuto in quei mesi spaventosi lo abbiamo sempre in mente. Lo aveva scritto bene anche Enrica Costa, fondatrice insieme a Deborah di Oasi delle mamme, in un postche mi porto sempre dietro nel mio bagaglio di letture in rete preferite.
Perché io non credo che serva far finta di nulla, dirsi “beh, ho avuto la depressione post partum, ma è acqua passata”. Non bisogna rinnegarsi, anche perché per me è stata un’occasione di riscatto, sia personale sia professionale. Eppure, appunto, non riesco a scacciare via quel senso di colpa che provo nei confronti di Paola quando la guardo. Non posso fare a meno di chiedermi: “perché non sono riuscita a essere come con Vittoria?”, “perché non ero in grado di abbracciarla e baciarla come con la sorella?”, “Paola soffrirà di tutto questo?”.
Io so già qual è la risposta. La risposta è che non potevo, perché non stavo bene. Non per cattiveria o perché non amassi mia figlia. Però poi ci sono riuscita. Ed è ora di dirselo, nonostante tutto il carico pesante che arriva ad aprile. Probabilmente ci sarà sempre, chi lo sa.
Sì, io sono una brava mamma. E’ ora di dirselo senza troppi giri di parole. A volte sbaglio, a volte non ho pazienza, a volte ascolto poco, ma riconosco dentro di me, nel profondo dei sentimenti più sinceri, che lo sono. E tu depressione post partum sei solo una stronza che pretende attenzione. Ora, se permetti, vado a comprare i regali di compleanno per le mie figlie.
Perché sono una brava mamma.
E’ arrivato aprile. Per noi è un mese di festa perché sono nate entrambe le nostre figlie: Paola il 15 e Vittoria il 21. Eppure – nonostante la gioia per i compleanni – per me con questo mese inizia anche l’inquietudine. Un’ inquietudine che cominciava proprio nella notte di quel lunedì di 3 anni fa quando alle 3 di notte mi si ruppero le acque e non sapevo ancora cosa mi sarebbe successo.
Nonostante tutto ciò sia stato superato e abbiamo avuto anche un’altra splendida figlia, non credo di potermi scrollare di dosso il passato. Ne parlavo giusto qualche tempo fa con Deborah Papisca che tutti conoscete per Oasi delle Mamme e per il suo splendido libro “Di materno avevo solo il latte“. Ci dicevamo che nonostante passino gli anni, il nostro vissuto in quei mesi spaventosi lo abbiamo sempre in mente. Lo aveva scritto bene anche Enrica Costa, fondatrice insieme a Deborah di Oasi delle mamme, in un post che mi porto sempre dietro nel mio bagaglio di letture in rete preferite.
Perché io non credo che serva far finta di nulla, dirsi “beh, ho avuto la depressione post partum, ma è acqua passata”. Non bisogna rinnegarsi, anche perché per me è stata un’occasione di riscatto, sia personale sia professionale. Eppure, appunto, non riesco a scacciare via quel senso di colpa che provo nei confronti di Paola quando la guardo. Non posso fare a meno di chiedermi: “perché non sono riuscita a essere come con Vittoria?”, “perché non ero in grado di abbracciarla e baciarla come con la sorella?”, “Paola soffrirà di tutto questo?”.
Io so già qual è la risposta. La risposta è che non potevo, perché non stavo bene. Non per cattiveria o perché non amassi mia figlia. Però poi ci sono riuscita. Ed è ora di dirselo, nonostante tutto il carico pesante che arriva ad aprile. Probabilmente ci sarà sempre, chi lo sa.
Sì, io sono una brava mamma. E’ ora di dirselo senza troppi giri di parole. A volte sbaglio, a volte non ho pazienza, a volte ascolto poco, ma riconosco dentro di me, nel profondo dei sentimenti più sinceri, che lo sono. E tu depressione post partum sei solo una stronza che pretende attenzione. Ora, se permetti, vado a comprare i regali di compleanno per le mie figlie.
Foto credits: dal web
Valentina Colmi
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