Valeria mamma di 3 gemelli: “La vera sfida? Avere attenzione per tutti”




Ci sono storie straordinarie che ti stanno proprio vicino, ad un palmo di naso. Questo è il caso di Valeria, ricercatrice di economia all’Università Milano-Bicocca, mamma di 3 gemelli che già solo per questo meriterebbe un premio. I bimbi sono compagni di asilo di Paola e quando l’ho vista così serena con una prole davvero numerosa, non mi sono fatta scappare l’occasione. Come si fa ad essere mamma di tre bambini che hanno la stessa età? Come si organizza il tempo? Come si fa a lavorare e dedicarsi alla famiglia almeno all’inizio così impegnativa? Ecco allora quello che ha raccontato. 

Valeria, una domanda che faccio sempre alle mamme che intervisto: com’è andata tra la mamma reale e la mamma ideale? Sono andate d’accordo o si sono prese metaforicamente a cazzotti?

Chi è la mamma ideale? Non la conosco. A casa mia esiste solo la mamma reale, quella di tutti i giorni, quella che sbaglia ma ritenta, quella che inciampa ma non si arrende, quella che fa del proprio meglio, sempre.

Quando hai saputo che avresti avuto 3 gemelli come ti sei sentita? Com’è andata la gravidanza?

E’ stata una grande sorpresa! Alla prima ecografia il ginecologo ha visualizzato tre cuoricini che battevano.. e questo è stato l’inizio della nostra avventura. Scelgo il termine “avventura” in quanto la mia gravidanza è stata tutt’altro che facile. Durante il primo trimestre ho avuto due distacchi della placenta superiore (quella che conteneva la coppia di gemelli omozigoti). Il rischio di perdere tutti e tre i bambini era grande, reale, palpabile. Per tre mesi non ho visto altro che sangue, sangue, sangue. Appena l’emorragia si è arrestata sono stata sottoposta ad intervento per cerchiaggio cervicale. Ho trascorso l’intera gravidanza sdraiata. Uscivo di casa solo per i prelievi ed i monitoraggi. Mangiavo da coricata, leggevo da coricata, guardavo la tv da coricata, lavoravo da coricata, bevevo da coricata, sognavo da coricata.. Quei mesi sono stati molto duri, ma mi hanno dato l’opportunità di prendermi cura dei miei piccoli fin da subito, senza aspettare il loro primo vagito.. sono semplicemente diventata mamma in anticipo.

Hai frequentato il corso pre parto? Se sì ti è servito?

No, è stato un peccato. D’altra parte, non potendomi muovere dal letto non ho avuto scelta.




Com’è stata l’organizzazione con tre bambini piccoli? Hai avuto aiuti?

Quando sono rimasta incinta, non sapevo esattamente a cosa sarei andata incontro. Cosa avrebbe significato essere mamma di tre bimbi in contemporanea? In cosa la mia esperienza sarebbe risultata diversa rispetto a quella delle altre mamme? Pensavo che l’unica fatica sarebbe stata il replicare tre volte le stesse cose.. Niente di più sbagliato! La vera sfida era—è tutt’ora—avere attenzioni per tutti. Cerco di spiegarmi meglio: non si tratta semplicemente di cambiare tre pannolini, ma prevedere qualcosa per intrattenere due bimbi mentre il terzo cambia il pannolino. Tutti sono piccoli, tutti hanno bisogno di supervisione, tutti cercano la mamma. Occorre avere i nervi saldi quando parlano tutti insieme, accettare il fatto che li potrai cullare solo a turno, guardare avanti e.. mai confrontarsi mai con le mamme dei figli unici!!!

Durante i primi sei mesi i bimbi facevano 7 pasti al giorno, il che si traduceva in 21 allattamenti. Mio marito ed io abbiamo scelto di fare da soli. Non ci è mai piaciuta l’idea che qualcun altro allevasse i nostri figli, non la tata, non i nonni. Abbiamo avuto aiuto, ma non abbiamo mai delegato ad altri quello che avremmo potuto fare noi. Dormivamo, ad esagerare, due ore per notte: appena un bimbo aveva finito di mangiare si svegliava l’altro e così via. Il momento della pappa era organizzato come una catena di montaggio: pannolino, tiralatte, biberon, ruttino, nanna. Eravamo rapidi, precisi, efficaci. Con le prime pappe solide abbiamo imparato a dare da mangiare a tutti in contemporanea, un cucchiaio per uno, con lo stesso cucchiaio per non perdere neanche un secondo. Credo che la corsa continua di quei primi mesi, la veglia senza sosta, le giornate senza un attimo di tregua ci abbiano tenuto a galla. Non abbiamo avuto neanche il tempo di domandarci chi fossimo e cosa stessimo facendo: lo facevamo e basta. Poi, poco per volta, i bimbi sono cresciuti e molte difficoltà logistiche si sono attenuate. Un giorno ci siamo guardati negli occhi e abbiamo pensato: “ne è valsa la pena”. Ora i nostri cuccioli hanno quasi 5 anni: sono bambini felici, sicuri di sé, curiosi di scoprire il mondo. Trovano in noi il loro punto di riferimento.

Come ti sentivi tu? Hai mai pensato “ma chi me l’ha fatto fare?”

No, non l’ho mai pensato. A volta mi sentivo inadeguata, imprecisa, insicura, vulnerabile.. altre volte felice, appagata, curiosa, decisa.. sempre, però, avevo tanta voglia di fare, tanta voglia di imparare. In questo modo sono cresciuta insieme ai miei figli.

Credevi di essere informata a sufficienza sulla maternità? E in generale secondo te le mamme vengono sufficientemente informate anche sui lati meno belli del diventare madri?

Probabilmente no.. ma chi lo è? Perdonami il paragone poco romantico.. ma mi sembra di sentire i miei studenti che, una volta entrati nel mondo del lavoro, si lamentano che l’università non li ha adeguatamente preparati. Cosa pretendono? Cosa pretendiamo? Al di là di alcune informazioni pratiche il resto viene da sé. Non ho mai pensato che un manuale o un corso mi avrebbero insegnato ad essere madre. Ogni esperienza è unica, intima, irripetibile.. e viene da dentro.




Secondo te qual è la più grande bugia sulla maternità?

“la mia vita non è più come prima”.. se guardi bene dentro te stessa ritroverai tutto quello che c’era prima.. più grande, più bello, più pieno. Guarda bene..

Foto credits: Valeria Gattai

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