“Secondo te sono una brava mamma?” “Pensavo peggio”
Questo è il dialogo tra me e mia madre riportato anche nel mio libro “Out of the Blue – Rinascere mamma“. Era l’estate del 2013, Paola aveva 4 mesi e io ero nella confusione più totale. Avrei voluto sentirmi dire che sì, ero una brava mamma, che stavo facendo tanti sforzi per esserlo e che dovevo essere fiera di me. Invece nulla. Con il tempo un po’ di stima mi è stata riconosciuta, ma ricordo perfettamente quando non sapevo da che parte girarmi e che l’unica cosa importante era che non riuscivo a pulire la casa.
In questi giorni sto leggendo il libro “Guarire dalla depressione post partum” di Karen Kleiman, che secondo me è il volume più innovativo e ben scritto sull’argomento. In una delle pagine l’autrice parla del fatto che a volte le mamme in crisi hanno solo bisogno di avere una parola di conforto. Una donna con la depressione post partum si sente profondamente in colpa e lotta ogni giorno con una inaudita sofferenza. Sta male, ma spesso i suoi bisogni vengono minimizzati.
Per potersi occupare di un bambino, ci deve essere anche qualcuno che si occupi della mamma. Secondo me questa è un aspetto imprescindibile, che causa molto dolore perché in troppe vengono lasciate sole dopo il parto oppure si dà per scontato che sappiano fare tutto. Le mamme, solo perché sono tali, devono prendersi cura di tutti, ma a loro chi le ascolta? Chi si prende – appunto – cura delle loro difficoltà?
Ecco perché a volte la medicina sono delle semplici parole. Dite loro che stanno facendo un buon lavoro, che – nonostante la stanchezza – stanno andando alla grande. Non avete idea di quanto possa fare bene sentirsi riconosciute.
“Sei una brava mamma”: a volte sentirselo dire è la miglior medicina
“Secondo te sono una brava mamma?”
“Pensavo peggio”
Questo è il dialogo tra me e mia madre riportato anche nel mio libro “Out of the Blue – Rinascere mamma“. Era l’estate del 2013, Paola aveva 4 mesi e io ero nella confusione più totale. Avrei voluto sentirmi dire che sì, ero una brava mamma, che stavo facendo tanti sforzi per esserlo e che dovevo essere fiera di me. Invece nulla. Con il tempo un po’ di stima mi è stata riconosciuta, ma ricordo perfettamente quando non sapevo da che parte girarmi e che l’unica cosa importante era che non riuscivo a pulire la casa.
In questi giorni sto leggendo il libro “Guarire dalla depressione post partum” di Karen Kleiman, che secondo me è il volume più innovativo e ben scritto sull’argomento. In una delle pagine l’autrice parla del fatto che a volte le mamme in crisi hanno solo bisogno di avere una parola di conforto. Una donna con la depressione post partum si sente profondamente in colpa e lotta ogni giorno con una inaudita sofferenza. Sta male, ma spesso i suoi bisogni vengono minimizzati.
Per potersi occupare di un bambino, ci deve essere anche qualcuno che si occupi della mamma. Secondo me questa è un aspetto imprescindibile, che causa molto dolore perché in troppe vengono lasciate sole dopo il parto oppure si dà per scontato che sappiano fare tutto. Le mamme, solo perché sono tali, devono prendersi cura di tutti, ma a loro chi le ascolta? Chi si prende – appunto – cura delle loro difficoltà?
Ecco perché a volte la medicina sono delle semplici parole. Dite loro che stanno facendo un buon lavoro, che – nonostante la stanchezza – stanno andando alla grande. Non avete idea di quanto possa fare bene sentirsi riconosciute.
Foto credits: Pixabay
Valentina Colmi
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