Ho scritto ampiamente sul mio post aborto, sull’importanza del non dimenticare, a quanto mi dicessero che “tanto tu sei forte”, alla necessità di piangere senza averne il tempo. Ebbene. Posso dire che dopo questo periodo di merda – perché non esistono parole migliori – finalmente comincio a stare meglio. E’ avvenuto quel famoso punto di svolta che mi ha permesso di compiere il percorso di risalita che fino a qualche tempo fa mi sembrava impensabile.
Gran parte del lavoro l’ho fatto io, l’ha fatto la terapia e l’ha compiuto mio marito che come al solito ha saputo leggermi. Questa volta però c’è un di più. Ho scoperto di avere la psoriasi: è vero che la maggiore componente è genetica, ma lo è altrettanto che si tratta di una malattia autoimmune che può manifestarsi e peggiorare con lo stress. E io di stress dall’inizio dell’anno ne ho avuto parecchio. Il mio corpo allora ha deciso di lanciarmi dei segnali, che ho deciso di ascoltare.
Sono stata così impegnata a costruire il mio dolore, a impiegare energie, ad avere sentimenti negativi che ero esausta. Il mio corpo mi ha chiesto di rifiatare, di provare ad essere più serena se non volevo riempirmi di placche. E così è stato. Mi sono rilassata, ho cercato di vivermi la mia mia vita straordinaria non dimenticando, ma facendo leva su quello che mi è successo per essere ancora più forte. Ho abbandonato quello che mi provocava il lutto: ho messo tutto su una barca, l’ho salutato e l’ho spinto lontano da me, nel mare. E l’ho comunque ringraziato.
E in ultimo, ma non per importanza: ho ricominciato a vedere la mia amica incinta. E adesso il suo pancione non è più un motivo di angoscia per me, ma di speranza. Quando sarà il momento anche noi potremo avere un altro bambino, ne sono certa.
Scrivo queste parole per tutte voi che mi avete sostenuta in questi mesi e che mi avete raccontato le storie di perdita. E’ difficile, tremendo, eppure, ve lo posso garantire, un giorno vi sveglierete e saprete che è tutto diverso. Che ce l’avete fatta.
Dopo l’aborto sono di nuovo serena: ce l’ho fatta
Ho scritto ampiamente sul mio post aborto, sull’importanza del non dimenticare, a quanto mi dicessero che “tanto tu sei forte”, alla necessità di piangere senza averne il tempo. Ebbene. Posso dire che dopo questo periodo di merda – perché non esistono parole migliori – finalmente comincio a stare meglio. E’ avvenuto quel famoso punto di svolta che mi ha permesso di compiere il percorso di risalita che fino a qualche tempo fa mi sembrava impensabile.
Gran parte del lavoro l’ho fatto io, l’ha fatto la terapia e l’ha compiuto mio marito che come al solito ha saputo leggermi. Questa volta però c’è un di più. Ho scoperto di avere la psoriasi: è vero che la maggiore componente è genetica, ma lo è altrettanto che si tratta di una malattia autoimmune che può manifestarsi e peggiorare con lo stress. E io di stress dall’inizio dell’anno ne ho avuto parecchio. Il mio corpo allora ha deciso di lanciarmi dei segnali, che ho deciso di ascoltare.
Sono stata così impegnata a costruire il mio dolore, a impiegare energie, ad avere sentimenti negativi che ero esausta. Il mio corpo mi ha chiesto di rifiatare, di provare ad essere più serena se non volevo riempirmi di placche. E così è stato. Mi sono rilassata, ho cercato di vivermi la mia mia vita straordinaria non dimenticando, ma facendo leva su quello che mi è successo per essere ancora più forte. Ho abbandonato quello che mi provocava il lutto: ho messo tutto su una barca, l’ho salutato e l’ho spinto lontano da me, nel mare. E l’ho comunque ringraziato.
E in ultimo, ma non per importanza: ho ricominciato a vedere la mia amica incinta. E adesso il suo pancione non è più un motivo di angoscia per me, ma di speranza. Quando sarà il momento anche noi potremo avere un altro bambino, ne sono certa.
Scrivo queste parole per tutte voi che mi avete sostenuta in questi mesi e che mi avete raccontato le storie di perdita. E’ difficile, tremendo, eppure, ve lo posso garantire, un giorno vi sveglierete e saprete che è tutto diverso. Che ce l’avete fatta.
Valentina Colmi
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