Come si vive l’aborto spontaneo: la mia esperienza



Il giorno dopo aver scritto questo post, ho cominciato ad avere le perdite, un aborto spontaneo insomma. Ciò è stato un bene perché proprio in questi giorni avevo in programma in raschiamento e per il momento sembra che non debba farlo (sembra, speriamo che ciò si trasformi in un “non è necessario”). Proprio ieri sono tornata in ospedale per una visita di controllo e la ginecologa mi ha confermato che non c’è più traccia di camera gestazionale e che insomma il peggio dovrebbe essere passato.

Come si vive l’aborto spontaneo? Di merda. E’ vero che il raschiamento è pur sempre un’operazione, ma forse mi sarei evitata uno stillicidio di sangue per giorni e giorni sapendo che prima o poi avrei dovuto espellere tutto. Ed è successo. Venerdì ho partorito mio figlio. Non mi viene in mente altro termine, perché l’ho vissuta proprio così, come un parto. L’ho riconosciuto (per quanto si possa riconoscere un embrione di 6 mm con relativo “bozzolo”)  in mezzo a tutti quei grumi color rubino, e per un po’ mi sono sentita stordita e anestetizzata. Anche con l’extrauterina ho avuto un’espulsione spontanea, ma questa volta è stato peggio.

Peggio perché sapevo che sarebbe stata una questione di tempo e avrei rivissuto quello che speravo non avrei più provato. Sono ripassata attraverso un dolore che – ancora una volta – non è stato riconosciuto. Come al solito siamo io e mio marito a doverci dividere il peso. Perché nessuno di chi ci sta attorno ha mostrato di comprendere quello che ci è capitato. Mi sono sentita – mi sento – sola. Certo, c’è mio marito, ma non si può fare carico sempre lui di tutto: a volte sarebbe necessario farsi da parte e ascoltare, senza parole banali. Non è accaduto.



Ogni tanto quando apro il cassetto del bagno e trovo il test positivo mi viene una grande rabbia: perché di nuovo? Purtroppo sono rientrata tristemente nella statistica della gravidanza su 4 che va a finire male, non ci sono spiegazioni se non la sfortuna. 

Non so come facciano quelle donne che scelgano consapevolmente di abortire. Sia chiaro, non le sto giudicando, ma ci vuole una forza tremenda. Io in questo momento non ne ho: mi lascio vivere cercando di respirare un po’ per volta. Non provo neanche più invidia per le donne incinte. Perché penso solo al mio secondo bimbo andato in cielo.

Mi riprenderò, ce la farò, ce la faremo. Eppure sono anche molto arrabbiata e questa rabbia non mi passerà molto presto.

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4 comments

  1. Luisa Neo Mamma On Board

    Ti sono vicina. È un dolore che la gente non comprende, ma che ci portiamo dentro per molto tempo. A Gennaio 2017 ho avuto il mio secondo aborto spontaneo nella stessa maniera.. oggi sono alla 27esima settimana e ancora vivo con il terrore nel cuore..

    • Valentina Colmi

      Ciao, ho visto solo ora il tuo commento, scusa. Mi dispiace moltissimo per le tue perdite, ma adesso hai una nuova speranza. Tutto è possibile, bisogna crederci. In bocca al lupo per questa nuova vita che sta arrivando!

      • Elisabetta

        Come si fa a scegliere di abortire spontaneamente? Io l’ho fatto e la risposta è una sola, non voglio figli. Fu un errore, fortunatamente si può rimediare.È accaduto 12 anni fa,mai pentita. Scrivi che non giudichi chi ha abortito ma in realtà lo hai già fatto.

        • Valentina Colmi

          Ciao Elisabetta, io sono a favore della 194, per cui figurati, lungi da me giudicare chi desidera abortire. Ci possono essere molte storie dietro questa scelta. Per quella che è stata la mia esperienza, prendere delle pillole per provocarmi l’espulsione è stato atroce, ma mio figlio era morto. Credo ci voglia grande forza nel farlo sapendo che invece hai un bambino vivo (perché per me non è un feto, forse sta qui la differenza).

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