E’ da un po’ che non scrivo, è vero. Il mese di marzo è stato piuttosto impegnativo, tra trasloco e ben due operazioni chirurgiche che hanno coinvolto mio papà e mio marito. Per fortuna oggi va tutto bene, anche se mi dispiace molto non aver trovato il tempo per dedicarmi a post-partum.
Proprio a marzo, precisamente il 14, è stato un anno che ho avuto la gravidanza extrauterina. Come ho scritto su Facebook, ho dei ricordi molto vividi di quel giorno (visto che pure Fb me lo ha rammentato) e sinceramente mi è capitato di ritornare con la mente a quei giorni, alle mie bambine e a mio marito che si sono dimostrati forti nonostante tutto. Recentemente ho raccontato ad una cena ciò che ci è accaduto a due ragazze che mi conoscono poco e con le quali non ho molte occasioni di frequentarmi e devo dire che ne ho parlato con franchezza, ma ho fatto anche un po’ fatica (prova ne è che continuavo a giocherellare nervosamente con l’anello al dito).
Sempre in queste settimane, Paola ci ha fatto una domanda molto importante: “Mamma, ma i bambini possono morire anche nella pancia?”. Avendo quasi 5 anni è in quell’età in cui s’interroga sulla morte, su dove andremo, sul perché alcune mamme e alcuni papà debbano andare in cielo.
Io sono dell’opinione che ai bimbi – visto che non sono stupidi – si possa dire tutto, ovviamente trovando le parole giuste. E io le ho detto che purtroppo a volte può capitare e che i bimbi vanno in cielo prima ancora di nascere. Mia figlia non ha mai saputo nel dettaglio dei miei aborti, ma non le abbiamo nascosto che la mamma era triste. Chissà se avrà capito. Chissà se è per questo che ci ha fatto questa domanda.
Ho pensato poi che a volte le cose forse più semplici di quello che sembra. Magari sono i bambini che con le loro curiosità spingono a scavare dentro di noi in cerca di risposte, quando le chiedono. Per uscire da certi dolori si riparte dalla semplicità che portano con sé. Meno male che esistono Paola e Vittoria.
Aborto: “Mamma ma i bambini possono morire anche nella pancia?”
E’ da un po’ che non scrivo, è vero. Il mese di marzo è stato piuttosto impegnativo, tra trasloco e ben due operazioni chirurgiche che hanno coinvolto mio papà e mio marito. Per fortuna oggi va tutto bene, anche se mi dispiace molto non aver trovato il tempo per dedicarmi a post-partum.
Proprio a marzo, precisamente il 14, è stato un anno che ho avuto la gravidanza extrauterina. Come ho scritto su Facebook, ho dei ricordi molto vividi di quel giorno (visto che pure Fb me lo ha rammentato) e sinceramente mi è capitato di ritornare con la mente a quei giorni, alle mie bambine e a mio marito che si sono dimostrati forti nonostante tutto. Recentemente ho raccontato ad una cena ciò che ci è accaduto a due ragazze che mi conoscono poco e con le quali non ho molte occasioni di frequentarmi e devo dire che ne ho parlato con franchezza, ma ho fatto anche un po’ fatica (prova ne è che continuavo a giocherellare nervosamente con l’anello al dito).
Sempre in queste settimane, Paola ci ha fatto una domanda molto importante: “Mamma, ma i bambini possono morire anche nella pancia?”. Avendo quasi 5 anni è in quell’età in cui s’interroga sulla morte, su dove andremo, sul perché alcune mamme e alcuni papà debbano andare in cielo.
Io sono dell’opinione che ai bimbi – visto che non sono stupidi – si possa dire tutto, ovviamente trovando le parole giuste. E io le ho detto che purtroppo a volte può capitare e che i bimbi vanno in cielo prima ancora di nascere. Mia figlia non ha mai saputo nel dettaglio dei miei aborti, ma non le abbiamo nascosto che la mamma era triste. Chissà se avrà capito. Chissà se è per questo che ci ha fatto questa domanda.
Ho pensato poi che a volte le cose forse più semplici di quello che sembra. Magari sono i bambini che con le loro curiosità spingono a scavare dentro di noi in cerca di risposte, quando le chiedono. Per uscire da certi dolori si riparte dalla semplicità che portano con sé. Meno male che esistono Paola e Vittoria.
Foto credits: Pixabay
Valentina Colmi
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