“I had a black dog” è il titolo di un cortometraggio animato di Matthew Johnstone: mostra come la depressione sia una compagna fedele, esattamente come un cane nero, spaventoso e angosciante, che non ti lascia mai e che ti impedisce di vivere. Purtroppo di depressione non si parla mai abbastanza: può essere davvero invalidante, al pari di altre malattie che colpiscono il corpo. Perché la differenza sta proprio qui: mentre il disagio fisico è evidente, quello mentale non viene percepito come tale, perché è visibilmente invisibile.
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‘Io credo di aver sofferto di una forma di depressione post partum, anzi diciamo che DPP può stare anche proprio per Depressione per i papà. Ad esempio io facevo il giro largo quando tornavo a casa da lavoro perché non riuscivo a reggere il peso delle richieste di mia moglie e il pianto di mio figlio’.
Francesco Uccello è uno dei primi casi di blogger che raccontano la genitorialità dal punto di vista maschile. Il suo blog si chiama Mo Te Lo Spiego a Papà e racconta non soltanto la vita da papà di due figli, ma anche attraverso i dialoghi con loro, cerca di affrontare “con leggerezza i temi più svariati: da fatti di cronaca, alla politica, a fenomeni sociali”. Da novembre 2011 a febbraio 2013 Mo te lo spiego a papà è stata una rubrica su Style.it, mentre da giugno 2013 dal blog è nato un appuntamento settimanale sulla rivista Gioia. Mo te lo spiego a papà è anche un libro pubblicato a marzo 2013. Ecco che cosa ha raccontato.
‘Pensavo che sarei stato un pessimo padre, perché ho sempre avuto poca confidenza con i bambini. Mi sono posto in maniera molto neutrale di fronte all’esperienza paterna: non aspettavo da me stesso di volere bene “per forza” ai miei figli. Poi è successo che mi sono innamorato dei miei figli, come penso capiti a tutti. Ma è avvenuto col tempo. All’inizio, anzi, gli infanti mi fanno anche un po’ impressione, figli compresi, sono così “incompleti” e fragili appena sono nati’.
Luca Maragno, giornalista, è Direttore Editoriale sia del sito sia della rivista bestmovie.it, il mensile di cinema più venduta d’Italia. Anche autore e appassionato di videogiochi – dal 1995 al 2005 ha diretto Trade Interactive Multimedia, una rivista di settore sul mercato dei videogiochi in Italia – è attualmente anche Direttore Editoriale del sito e della rivista Youtech e Direttore Editoriale di movieforkids.it.
E’ il papà di Marco, 5 anni, e Alessandro, 1 anno, i quali, dice, “ci stanno insegnando un sacco di cose”. Se la depressione post partum colpisce anche i papà, ecco invece come Luca ha affrontato questa nuova esperienza da genitore, a partire da un monologo molto interessante (e terribilmente vero), che è apparso sul blog “Altrimenti ci figliamo” (http://paperproject.it/lucamaragno/). Continua a leggere…
La depressione post partum e i neo papà: anche loro non ne sono immuni. Ieri su La Lettura, l’inserto domenicale del Corriere della Sera, lo scrittore Francesco Piccolo ha tracciato un ritratto narrativo calzante del neo padre che viene colpito dalla depressione post partum. Il sottotitolo dell’articolo era: “Tic, manie e angosce (vere o inventate). I segnali di un’altra fragilità maschile”.
Secondo infatti una ricerca della Northwestern University di Chicago pubblicata sulla rivista Pediatrics su 10.623 uomini presi in esame i sintomi di depressione aumentano fino al 68% durante il primo anno di paternità soprattutto se questa arriva molto presto, attorno ai 25 anni. Accade così anche alle donne: le madri adolescenti o comunque molto giovani sono più predisposte ad ammalarsi perché – indipendentemente da come la si metta – diventare genitori è un grosso cambiamento (e non per modo di dire).
La depressione post partum quanto dura? Abbiamo cercato di chiarire meglio che cos’è la depressione post partum (che ricordiamolo, non è il baby blues, sebbene spesso vengano usati come sinonimi). Ora cerchiamo di capire quanto tempo si può aver a che fare con questa malattia. Una premessa che non mi stancherò mai di ripetere: dalla depressione post partum non si può guarire da sole. E’ necessario un percorso psicologico perché le motivazioni che possono averla provocata possono risalire a dei “nodi” delle propria vita che non sono stati sciolti. Ad esempio l’educazione, il rapporto con la madre, la non elaborazione di un lutto, un grosso cambiamento. Soltanto con la psicoterapia si può risolvere questa situazione, per cui mamme anche se avete paura lasciatevi aiutare!
Abbiamo visto quali sono i fattori di rischio che possono provocare la depressione post partum, ma gli studiosi hanno anche elaborato una Scala di autovalutazione, la Scala di Edimburgo, a cui tu mamma puoi rispondere per capire se per caso hai bisogno di aiuto. Non costituisce di per sé una diagnosi di dpp, ma può essere un punto di partenza. Si tratta di un questionario che adesso ti propongo. Devi rispondere a tutte le domande e sommare il punteggio. In genere si esegue dopo due settimane dalla nascita del bambino.
Innanzitutto bisogna chiarire una cosa: non è detto che i fattori di rischio ci siano sempre. Può capitare che ad una donna possa insorgere la depressione post partum senza che prima abbia mostrato alcun fattore di rischio oppure viceversa: pur con la presenza di qualche fattore di rischio non è detto che si possa sviluppare la dpp.
L’allattamento al seno ha sicuramente molti benefici: è economico, sempre pronto, alla giusta temperatura. Senza contare che la mamma trasmette al bambino dei preziosi anticorpi. Certamente ci sono diversi punti a favore.
‘La depressione post partum incide profondamente sul comportamento materno limitando l’espressione emozionale e la qualità degli scambi relazionali’.
Le psicologhe e psicoterapeute Palmira Montrone e Loredana Tallarico, che hanno spiegato che cos’è la depressione post partum sul sito, ci danno uno sguardo più ampio della dpp grazie alla loro esperienza professionale. Vorrei condividere con voi quello che mi hanno raccontato.
Mamma, se sei di Milano o dintorni e per caso avresti voglia di partecipare a degli incontri sul “camminare nella mammità”, il MIP – Maggio di Informazione Psicologica – organizza una serie di interventi GRATUITI legati a vario interesse. In particolare quest’anno ci saranno tre interventi relativi al mondo della maternità. Ve li segnalo con tanto di programma nel caso in cui voleste saperne di più. Io ci sarò, con tutto il mio entusiasmo (come dice Piero Pelù).
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