I casi della vita. Sono inciampata in “Una donna perfetta” (Cairo Editore) per caso, ma è stato un incontro molto importante. Venivo da un secondo aborto, mi pareva di essere l’unica al mondo a stare da cani e invece – come spesso accade – sono i libri che ti danno le risposte o che comunque ti fanno sentire meno sola. La storia parla di Anna, ex giornalista in carriera che ha sposato Mahmoud, un uomo d’affari di Dubai, e della sua vita negli Emirati. In particolare questo capitolo affronta la difficile seconda gravidanza di Anna e i suoi dubbi e i timori legati ad una bambina “a rischio”. Ne consegue un vero e proprio viaggio che le farà capire molto di sé, del suo modo di essere madre e moglie. Ecco quello che mi ha raccontato la sua autrice, Melanie Francesca. Continua a leggere…
“Dopo il parto si ha, a volte, l’aspettativa, di un rientro immediato nella dimensione precedente, quasi che i cambiamenti, siano essi corporei o relazionali e di ruolo, procedessero per salti, in compartimenti stagni e separati tra loro. Il post parto, che si presenta come fase di transito tra il mondo del pre e quello del dopo bambino, viene vissuto come terra di nessuno, che si attraversa a volte senza quella curiosità e interesse che meriterebbe (…)”
Visto che ormai sono 3 anni che mi occupo di depressione post partum – sia in termini personali sia in termini professionali – ho letto diversi libri sull’argomento maternità (uno dei fondamentali rimane quello di Marilde Trinchero) . Devo dire che ho letto informazioni straordinarie, che mi hanno permesso di avere un quadro più ampio per aiutare le donne che mi scrivono. Continua a leggere…
Succede che ogni tanto i sogni si avverino. Che delle volte la realtà superi i tuoi sogni, perché tutti prima o poi dicono “sai, ho scritto un romanzo, ma è rimasto nel cassetto”. Io quel romanzo non l’ho scritto, ma il cassetto l’ho aperto e ho cercato qualcuno che potesse accogliere le mie parole. Continua a leggere…
Il pezzo che mi è piaciuto di più (in realtà ce ne sono diversi, ma questo – un po’ lunghetto -merita):
(…) Forse, semplicemente, andarmene da lì dentro. Prendere un pomeriggio di ferie da mia figlia.
Improvvisamente l’ho messa nella culla, mi sono chiusa in bagno e ho iniziato a urlare. Stavo perdendo la testa, capivo di aver bisogno di aiuto.
(…) Ho avuto un’illuminazione: il consultorio.
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Il pezzo che mi è piaciuto di più:
Dovremmo forse cominciare a pensare che la naturalità della maternità e l’abusato concetto di istinto materno non esistono a priori, per ogni donna, come si è diffusamente dato per scontato, che le difficoltà esistono, sono sempre esistite, stanno anzi aumentando parecchio, e che dar loro un nome è un modo per iniziare a circoscrivere ciò che non funziona da ciò che funziona. Continua a leggere…