Più che di depressione post partum si può parlare di depressione pre partum. E’ vero: aspettare un bambino per molte donne è un momento felice, ma ci possono essere dei motivi per cui l’attesa può non essere dolce. Io stessa ho ancora degli strascichi delle prima gravidanza, però di questo vi parlerò più avanti.
Quello di cui vi ho sempre parlato è la prevenzione: per questo i corsi pre parto – se fossero seri (e non dico che non lo siano tutti) – dovrebbero affrontare con molta più consapevolezza l’aspetto emotivo della maternità: si possono in questo modo segnalare dei casi di sospetta depressione già durante la gravidanza e lavorare attraverso un supporto psicologico affinché la donna possa non cadere nella spirale della dpp. Certo, è molto difficile per una mamma in attesa ammettere di non corrispondere al cliché della donna felice e piena di energie a cui siamo abituati, così come lo è che aspettare un figlio può essere non solo una gioia. Scattano i sensi di colpa per chi magari di figli fa fatica ad averne o non ne può proprio avere, però è il caso di guardarsi in faccia e ammettere che è il caso di incominciare un lavoro prima della nascita per non stare peggio dopo.
Depressione post partum: è necessario l’intervento tempestivo prima della nascita
L’Università del North Carolina ha effettuato uno studio su 10mila donne in gravidanza che presentavano i sintomi di una possibile depressione. Sono state suddivise in 3 gruppi a seconda della loro gravità: il terzo gruppo era quello in cui le future mamme provavano ansia, apatia e idee suicide (questo anche ad un mese dalla nascita).
Capite bene l’importanza dell’intervento rapido prima del parto; è importante sapere inoltre che le donne che hanno già sofferto di depressione hanno un rischio più alto di soffrire di depressione post partum, così come le donne più giovani e chi ha avuto figli nati prematuri.
I ricercatori hanno inoltre ritrovato anche altri fattori di rischio, come il fatto che provare eccessivo dolore durante il parto possa aumentare le probabilità di dpp. Scegliere di fare l’epidurale può insomma venire in aiuto. Uno studio finlandese ha inoltre dimostrato che le donne che hanno paura del parto hanno la possibilità tre volte superiore di sviluppare la depressione post partum.
L’informazione è fondamentale: sapete che in Italia ogni anno si ammalano di depressione post partum circa 80mila donne (1 su 7), ma solo 1 su 4 riceve un’adeguata diagnosi? Vuol dire che circa 60mila rimangono sole ad affrontare la malattia (fonte: Strade Onlus). Una vergogna.
Depressione post partum: i sintomi già prima della nascita
Più che di depressione post partum si può parlare di depressione pre partum. E’ vero: aspettare un bambino per molte donne è un momento felice, ma ci possono essere dei motivi per cui l’attesa può non essere dolce. Io stessa ho ancora degli strascichi delle prima gravidanza, però di questo vi parlerò più avanti.
Quello di cui vi ho sempre parlato è la prevenzione: per questo i corsi pre parto – se fossero seri (e non dico che non lo siano tutti) – dovrebbero affrontare con molta più consapevolezza l’aspetto emotivo della maternità: si possono in questo modo segnalare dei casi di sospetta depressione già durante la gravidanza e lavorare attraverso un supporto psicologico affinché la donna possa non cadere nella spirale della dpp. Certo, è molto difficile per una mamma in attesa ammettere di non corrispondere al cliché della donna felice e piena di energie a cui siamo abituati, così come lo è che aspettare un figlio può essere non solo una gioia. Scattano i sensi di colpa per chi magari di figli fa fatica ad averne o non ne può proprio avere, però è il caso di guardarsi in faccia e ammettere che è il caso di incominciare un lavoro prima della nascita per non stare peggio dopo.
Depressione post partum: è necessario l’intervento tempestivo prima della nascita
L’Università del North Carolina ha effettuato uno studio su 10mila donne in gravidanza che presentavano i sintomi di una possibile depressione. Sono state suddivise in 3 gruppi a seconda della loro gravità: il terzo gruppo era quello in cui le future mamme provavano ansia, apatia e idee suicide (questo anche ad un mese dalla nascita).
Capite bene l’importanza dell’intervento rapido prima del parto; è importante sapere inoltre che le donne che hanno già sofferto di depressione hanno un rischio più alto di soffrire di depressione post partum, così come le donne più giovani e chi ha avuto figli nati prematuri.
I ricercatori hanno inoltre ritrovato anche altri fattori di rischio, come il fatto che provare eccessivo dolore durante il parto possa aumentare le probabilità di dpp. Scegliere di fare l’epidurale può insomma venire in aiuto. Uno studio finlandese ha inoltre dimostrato che le donne che hanno paura del parto hanno la possibilità tre volte superiore di sviluppare la depressione post partum.
L’informazione è fondamentale: sapete che in Italia ogni anno si ammalano di depressione post partum circa 80mila donne (1 su 7), ma solo 1 su 4 riceve un’adeguata diagnosi? Vuol dire che circa 60mila rimangono sole ad affrontare la malattia (fonte: Strade Onlus). Una vergogna.
(Fonte articolo: Huffington Post)
Foto credits: Post-partum.it
Valentina Colmi
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