Francesco Uccello di ‘Mo Te Lo Spiego a Papà’: “I padri di oggi? Sono molto cambiati”

Francesco Uccello

‘Io credo di aver sofferto di una forma di depressione post partum, anzi diciamo che DPP può stare anche proprio per Depressione per i papà. Ad esempio io facevo il giro largo quando tornavo a casa da lavoro perché non riuscivo a reggere il peso delle richieste di mia moglie e il pianto di mio figlio’.

Francesco Uccello è uno dei primi casi di blogger che raccontano la genitorialità dal punto di vista maschile. Il suo blog si chiama Mo Te Lo Spiego a Papà e racconta non soltanto la vita da papà di due figli, ma anche attraverso i dialoghi con loro, cerca di affrontare “con leggerezza i temi più svariati: da fatti di cronaca, alla politica, a fenomeni sociali”. Da novembre 2011 a febbraio 2013 Mo te lo spiego a papà è stata una rubrica su Style.it, mentre da giugno 2013 dal blog è nato un appuntamento settimanale sulla rivista GioiaMo te lo spiego a papà è anche un libro pubblicato a marzo 2013. Ecco che cosa ha raccontato.

Francesco, tu sei un papà blogger, mentre la maggior parte dei blogger – almeno per quanto riguarda la genitorialità – sono mamme. Secondo te i papà fanno fatica ad aprirsi e a riflettere sull’essere genitore oppure continua a persistere un certo stereotipo culturale secondo il quale l’aspetto emotivo è più legato alla mamma, mentre quello pratico e razionale è legato al papà? 

I papà stanno cambiando perché non hanno più paura di esprimere le loro emozioni. Certo ce ne sono ancora molti che fanno fatica, ma per questo la rete è un ottimo strumento perché ci sono sempre più uomini che con una foto, un pensiero o un commento condividono con il mondo i loro sentimenti e le loro opinioni sulla famiglia.

Quando poi non ci arriva la Rete ci sono gli amici o i colleghi con cui poter condividere i propri stati d’animo. La cosa importante è che ci sia una maggior consapevolezza delle emozioni e della necessità di non tenerle dentro.

Una domanda che faccio sempre alle mamme e posso fare ora ad un papà: come hai vissuto le gravidanze di tua moglie e com’è andata quando sono nati i tuoi figli? Il papà ideale e quello reale sono andati d’accordo o si sono presi metaforicamente a pugni?

La prima gravidanza è stata un’occasione per studiare, documentarsi e prepararsi il più possibile. Sono sempre andato a tutti i controlli e ho cercato di partecipare il più possibile, ma poi non è mai come te lo immagini. Specie con il primo figlio c’è l’entusiasmo e la novità che ti coinvolge, ma quando siamo tornati a casa dalla clinica ci siamo un po’ spaventati. Il papà ideale ha avuto un brutto scontro con quello reale perché c’erano cose che non riuscivo a fare e mi mandavano in crisi. L’alternanza delle emozioni era pazzesca perché al mattino piangevo per la gioia e la sera per la rabbia di non riuscire in quello che mi ero prefissato.

Francesco Uccello Mo te lo spiego

Si parla quasi sempre di depressione post partum riferendosi alla madre, ma è notizia recente che il numero di papà colpiti da questa malattia è aumentato. Eppure non se ne parla. Da genitore maschio che cosa vorresti che si dicesse veramente del diventare papà? 

Io credo di aver sofferto di una forma di depressione post partum, anzi diciamo che DPP può stare anche proprio per Depressione per i papà. Ad esempio io facevo il giro largo quando tornavo a casa da lavoro perché non riuscivo a reggere il peso delle richieste di mia moglie e il pianto di mio figlio. Ogni giorno c’erano dei problemi e questo mi ha notevolmente provato al punto che ad un certo punto ho gettato la spugna. Il papà non sa cosa fare e all’inizio è ancora più difficile poiché l’interazione con il bambino è minima. Il legame con tuo figlio verrà col tempo, così come io non ci credo poi tanto in quell’amore a prima vista. Quando escono dalla pancia non sono tanto belli per cui è meglio che si sappia che tutto si costruisce col tempo.

Tu sei anche un giornalista: secondo te – anche in riferimento agli ultimi tragici fatti di cronaca di cui hai pure  scritto sul tuo blog nel post “Un papà con una vita normale non ammazza” – i media hanno un ruolo nella definizione del ruolo del padre? Mi spiego meglio: se le donne dello spettacolo si mostrano felici, sorridenti e subito in forma dopo il parto, gli uomini famosi che diventano papà non appaiono colpiti da un grosso sconvolgimento. Secondo te, una persona “normale” può proiettare questo modo di pensare anche alla propria vita e andare in crisi quando il bimbo e’ nato? 

Il mondo dello spettacolo non è un buon punto di partenza perché le mamme in forma subito dopo il parto non fanno altro che alimentare un senso di frustrazione in quelle che non riescono a dimagrire o cominciano con le creme per le smagliature. Per quanto riguarda i papà sicuramente non c’è lo sconvolgimento fisico anche se la solidarietà della pancia la fa aumentare anche a noi in quel periodo, ma quello mentale sì e se non si è in grado di condividere con qualcuno questo malessere o di farsi aiutare c’è il rischio che la cosa diventi più complicata. Un genitore che compie un gesto di follia arriva ad un punto in cui non vede nessuna via d’uscita. Molto spesso il malessere ha origini più profonde e non nasce solo dalla stanchezza delle notti o dalla fatica di stare dietro ad un neonato. Questo non significa che non occorrerebbero delle politiche sociali volte a sostenere i genitori nei primi mesi del bambino con incontri mirati e supporto di specialisti.

Secondo te i papà potendo prenderebbero il congedo parentale dal lavoro? 

Esiste la possibilità di prendere il congedo parentale per gli uomini che hanno un contratto di lavoro stabile, ma non è consuetudine farlo. Su questo siamo ancora indietro perché in paesi come quelli dell’Europa del Nord questa è una prassi usuale che non intacca la propria considerazione sul luogo di lavoro né crea problemi con l’azienda o l’ente nel quale si lavora.

Io svolgo un lavoro libero e staccare dal lavoro per dedicare tempo alla famiglia o al gioco con i figli non è facile. Diciamo che anche su questo c’è bisogno di un allenamento che giova di sicuro a tutti perché il tempo perso con le persone che si amano è un tempo che non torna più.

Attraverso la Rete che idea ti sei fatto dei papà di oggi? 

I papà oggi sono più attenti e partecipi, non assistono passivi a ciò che accade in famiglia, ma vogliono partecipare in prima persona per quello che riguarda i propri figli. Ad esempio molti sono i papà che si occupano della scuola, non solo dal punto di vista materiale come l’accompagnamento, ma anche dal punto di vista didattico e dei rapporti con le insegnanti.  Questo denota una voglia di partecipazione notevole come per l’acquisto di oggetti che riguardano la famiglia. I papà sono i nuovi “influencer”.

Se volete leggere il bellissimo blog di Francesco, questo è il link: www.motelospiegoapapa.it
Se invece volete conoscere l’opinione di un altro papà, ecco l’intervista Luca Maragno, Direttore Editoriale di Best Movie.

Foto credits: Francesco Uccello

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