[Trovate poi tutti gli indirizzi utili per chiedere aiuto suddivisi per regione, qui]
Oggi vi voglio parlare di un progetto che mi sta molto a cuore, perché è appena nato e chi l’ha pensato è una psicologa molto in gamba che si chiama Melania Cuzzola. Melania lavora al consultorio della Fondazione Camen a Milano e ha ideato questo percorso per le nuove mamme. Sono molto contenta perché finalmente si parla di argomenti di cui spesso non si sa molto, come affrontare una nuova maternità dopo per esempio un aborto. Melania insieme all’ostetrica Federica Andreetta ha risposto alle mie domande. Melania, Federica in che cosa consiste questo nuovo progetto “La cicogna sotto il cavolo”?
E’ un progetto che si propone di sostenere dal punto di vista psicologico e ostetrico la mamma e la coppia di fronte alla nascita di un figlio.
L’arrivo di un bambino è sempre un evento che sconvolge gli equilibri della persona e della coppia e dunque necessita sempre di un fase fisiologica di adattamento alle nuove richieste del bambino e all’integrazione del ruolo genitoriale nella persona.
Per questo il progetto prevede sia interventi di accompagnamento e sostegno in gruppo a tali cambiamenti (come ad esempio lo spazio allattamento, il massaggio infantile e gli incontri a tema) sia interventi psicologici e ostetrici più mirati qualora la mamma o la coppia si sentisse emotivamente e/o praticamente in difficoltà nell’accudimento e nella relazione con il bambino.
Uno sguardo particolare viene rivolto a quelle coppie che hanno vissuto eventi critici quali un’interruzione imprevista della gravidanza oun parto particolarmente difficile o dagli esiti clinici complessi per la mamma e/o per il bambino; in tal caso si invita sempre la mamma e/o la coppia a darsi l’opportunità di parlare di tali eventi con un terapeuta esperto che possa aiutarli a elaborare quanto accaduto loro.
Una delle cose che mancano nel sostegno della maternità – sto parlando soprattutto di depressione post partum- sono delle linee guida comuni per gli operatori di diverse discipline che agiscano insieme quando una donna si trova in difficoltà. Voi ve le proponete?
Il servizio si ispira alle linee guida offerte dall’osservatorio nazionale sulla salute della donna, oltre che alle linee guida interne elaborate dall’equipe. La nostra equipe multidisciplinare è composta da psicologhe ostetriche, ginecologi oltre che una pedagogista e un’assistente sociale.
Il lavoro in equipe è lo strumento principe del nostro agire, in quanto garanzia della qualità e della sincronicità degli interventi di professionalità diverse, oltre che luogo di scambio e di confronto professionale e umano.
Cosa può fare una mamma che si trova in difficoltà?
Come seconda cosa le consiglierei di cercare vicino casa un servizio che dia la possibilità alle mamme di incontrarsi e condividere reciprocamente la loro esperienza, come è nel nostro caso, ad esempio, lo spazio allattamento o gli incontri a tema. In questi servizi sono sempre presenti operatori competenti come ostetriche, psicologi, o pedagogisti che oltre a poter essere anch’essi depositari della difficoltà che la mamma esprime,possono cogliere bisogni di intervento più specifici e proporre un eventuale intervento più mirato.
Prevedete anche un percorso per i papà e per la coppia in generale?
La nostra intenzione è quella di coinvolgere il più possibile i partner a partire dal percorso di accompagnamento alla nascita. I papà sono svantaggiati perché culturalmente fanno più fatica a chiedere spontaneamente aiuto per se stessi ma, se invitati e coinvolti dagli operatori nei percorsi nati dall’iniziativa della compagna, quasi sempre aderiscono rivelandosi una risorsa preziosa.
Secondo voi quali sono le difficoltà che incontrano maggiormente i genitori oggi?
Rispondere a questa domanda è molto difficile e forse non c’è una sola risposta.
Oggi come oggi una coppia non è mai stata prima dell’evento nascita a stretto contatto con altre coppie che hanno avuto figli come un tempo accadeva, ad esempio, vedendo i propri fratelli anche di molti anni più grandi diventare genitori.
Per questo motivo, la coppia arriva ad avere un figlio magari essendosi molto documentata, ma sostanzialmente con un’aspettativa irrealistica dei bisogni del neonato e del cambiamento che li attende, e dunque emotivamente impreparata.
Per di più, spesso la mamma non condivide più,se non in piccola misura, il compito di accudimento con la propria madre, con sorelle cugine o altre persone, e si trova sola a farsi carico del bambino senza aspettarsi il grande coinvolgimento e la grande dedizione che eglirichiede i primi tempi; questo sicuramente la espone a diversi rischi.
Per questa ragione, sono sempre di più i servizi che vicariano la funzione di sostegno alla mamma che un tempo faceva la famiglia allargata o il vicinato.
È molto importante anche il prima, ovvero la prevenzione e l’aiuto in gravidanza. Voi come intervenite?
Il primo atto di prevenzione è sicuramente il corso di accompagnamento alla nascita, dove gli operatori preparano la coppia non solo al parto, ma più in generale al grande cambiamento che li attende.
Lo strumento di prevenzione più grande è sicuramente la possibilità di stabilire con le coppie in attesa una relazione di alleanza e di fiducia, in quanto ciò renderà più possibile ai genitori chiedere aiuto in caso di difficoltà.
Infine la visita domiciliare post-parto è sicuramente uno strumento di raccordo importante tra il prima e il dopo, che permette alla coppia di esprimere dubbi e problemi e all’operatore di rilevare la eventuali situazioni che richiedono un monitoraggio maggiore.
Secondo voi c’è una corretta informazione degli operatori, delle coppie o delle donne sui chiaroscuri della maternità?
La situazione è molto variabile in base al territorio, ma certamente sono sempre di più i servizi attenti alle diverse sfaccettatureche l’evento nascita posta con sé per la persona, la coppia, e la famiglia allargata, questo anche per rispondere ai cambiamenti sociali relazionali e culturali a cui la nostra società è andata in contro negli ultimi anni.
“La cicogna sotto il cavolo”: un nuovo progetto dedicato alle mamme
Consultorio familiare fondazione C.A.Me.N onlus
Via san Cristoforo 5 20144 milano
Tel 02 48953740
www.fondazionecamen.org
Info@fondazionecamen.org
[Trovate poi tutti gli indirizzi utili per chiedere aiuto suddivisi per regione, qui]
Oggi vi voglio parlare di un progetto che mi sta molto a cuore, perché è appena nato e chi l’ha pensato è una psicologa molto in gamba che si chiama Melania Cuzzola. Melania lavora al consultorio della Fondazione Camen a Milano e ha ideato questo percorso per le nuove mamme. Sono molto contenta perché finalmente si parla di argomenti di cui spesso non si sa molto, come affrontare una nuova maternità dopo per esempio un aborto. Melania insieme all’ostetrica Federica Andreetta ha risposto alle mie domande. Melania, Federica in che cosa consiste questo nuovo progetto “La cicogna sotto il cavolo”?
E’ un progetto che si propone di sostenere dal punto di vista psicologico e ostetrico la mamma e la coppia di fronte alla nascita di un figlio.
L’arrivo di un bambino è sempre un evento che sconvolge gli equilibri della persona e della coppia e dunque necessita sempre di un fase fisiologica di adattamento alle nuove richieste del bambino e all’integrazione del ruolo genitoriale nella persona.
Per questo il progetto prevede sia interventi di accompagnamento e sostegno in gruppo a tali cambiamenti (come ad esempio lo spazio allattamento, il massaggio infantile e gli incontri a tema) sia interventi psicologici e ostetrici più mirati qualora la mamma o la coppia si sentisse emotivamente e/o praticamente in difficoltà nell’accudimento e nella relazione con il bambino.
Uno sguardo particolare viene rivolto a quelle coppie che hanno vissuto eventi critici quali un’interruzione imprevista della gravidanza o un parto particolarmente difficile o dagli esiti clinici complessi per la mamma e/o per il bambino; in tal caso si invita sempre la mamma e/o la coppia a darsi l’opportunità di parlare di tali eventi con un terapeuta esperto che possa aiutarli a elaborare quanto accaduto loro.
Una delle cose che mancano nel sostegno della maternità – sto parlando soprattutto di depressione post partum- sono delle linee guida comuni per gli operatori di diverse discipline che agiscano insieme quando una donna si trova in difficoltà. Voi ve le proponete?
Il servizio si ispira alle linee guida offerte dall’osservatorio nazionale sulla salute della donna, oltre che alle linee guida interne elaborate dall’equipe. La nostra equipe multidisciplinare è composta da psicologhe ostetriche, ginecologi oltre che una pedagogista e un’assistente sociale.
Il lavoro in equipe è lo strumento principe del nostro agire, in quanto garanzia della qualità e della sincronicità degli interventi di professionalità diverse, oltre che luogo di scambio e di confronto professionale e umano.
Cosa può fare una mamma che si trova in difficoltà?
La prima cosa che mi sento di consigliare è di individuare tra le persone a lei vicine una di cui pensa di potersi fidare e di raccontarle i suoi vissuti e le sue difficoltà; condividere il dolore ci fa uscire dall’isolamento e ci aiuta a dare la giusta dimensione alle cose.
Come seconda cosa le consiglierei di cercare vicino casa un servizio che dia la possibilità alle mamme di incontrarsi e condividere reciprocamente la loro esperienza, come è nel nostro caso, ad esempio, lo spazio allattamento o gli incontri a tema. In questi servizi sono sempre presenti operatori competenti come ostetriche, psicologi, o pedagogisti che oltre a poter essere anch’essi depositari della difficoltà che la mamma esprime, possono cogliere bisogni di intervento più specifici e proporre un eventuale intervento più mirato.
Prevedete anche un percorso per i papà e per la coppia in generale?
La nostra intenzione è quella di coinvolgere il più possibile i partner a partire dal percorso di accompagnamento alla nascita. I papà sono svantaggiati perché culturalmente fanno più fatica a chiedere spontaneamente aiuto per se stessi ma, se invitati e coinvolti dagli operatori nei percorsi nati dall’iniziativa della compagna, quasi sempre aderiscono rivelandosi una risorsa preziosa.
Secondo voi quali sono le difficoltà che incontrano maggiormente i genitori oggi?
Rispondere a questa domanda è molto difficile e forse non c’è una sola risposta.
Oggi come oggi una coppia non è mai stata prima dell’evento nascita a stretto contatto con altre coppie che hanno avuto figli come un tempo accadeva, ad esempio, vedendo i propri fratelli anche di molti anni più grandi diventare genitori.
Per questo motivo, la coppia arriva ad avere un figlio magari essendosi molto documentata, ma sostanzialmente con un’aspettativa irrealistica dei bisogni del neonato e del cambiamento che li attende, e dunque emotivamente impreparata.
Per di più, spesso la mamma non condivide più, se non in piccola misura, il compito di accudimento con la propria madre, con sorelle cugine o altre persone, e si trova sola a farsi carico del bambino senza aspettarsi il grande coinvolgimento e la grande dedizione che egli richiede i primi tempi; questo sicuramente la espone a diversi rischi.
Per questa ragione, sono sempre di più i servizi che vicariano la funzione di sostegno alla mamma che un tempo faceva la famiglia allargata o il vicinato.
È molto importante anche il prima, ovvero la prevenzione e l’aiuto in gravidanza. Voi come intervenite?
Il primo atto di prevenzione è sicuramente il corso di accompagnamento alla nascita, dove gli operatori preparano la coppia non solo al parto, ma più in generale al grande cambiamento che li attende.
Lo strumento di prevenzione più grande è sicuramente la possibilità di stabilire con le coppie in attesa una relazione di alleanza e di fiducia, in quanto ciò renderà più possibile ai genitori chiedere aiuto in caso di difficoltà.
Infine la visita domiciliare post-parto è sicuramente uno strumento di raccordo importante tra il prima e il dopo, che permette alla coppia di esprimere dubbi e problemi e all’operatore di rilevare la eventuali situazioni che richiedono un monitoraggio maggiore.
Secondo voi c’è una corretta informazione degli operatori, delle coppie o delle donne sui chiaroscuri della maternità?
La situazione è molto variabile in base al territorio, ma certamente sono sempre di più i servizi attenti alle diverse sfaccettature che l’evento nascita posta con sé per la persona, la coppia, e la famiglia allargata, questo anche per rispondere ai cambiamenti sociali relazionali e culturali a cui la nostra società è andata in contro negli ultimi anni.
Foto credits: Pixabay
Valentina Colmi
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