La depressione post partum è un disturbo depressivo non psicotico che ha inizio e si protrae nel periodo successivo al parto, di lieve o moderata gravità, caratterizzato da una sintomatologia sovrapponibile a quella di un quadro depressivo che può manifestarsi in altri periodi della vita.
La depressione post partum è caratterizzata da una molteplicità di sintomi variabili a seconda delle caratteristiche individuali, psicosociali e ambientali. La sintomatologia esordisce entro 6 mesi dopo il parto, mediamente si manifesta in modo conclamato tra le otto e le dodici settimane. Può durare settimane o mesi e necessita di trattamento da parte di professionisti.
Uno dei primi segnali di rischio è la presenza di uno stato emotivo che predispone al pianto, all’irritabilità e alla conseguente reazione di insofferenza verso chiunque stimoli una richiesta di attenzione.
Secondo il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) i criteri di questo disturbo richiedono che sia presente quasi ogni giorno, per un periodo di almeno 2 settimane:
umore depresso per la maggior parte del tempo;
perdi l’interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte della giornata.
Devono essere presenti almeno 5 dei seguenti sintomi per un periodo di almeno 2 settimane:
significativa perdita o aumento di peso senza essere a dieta, oppure diminuzione o aumento dell’appetito ogni giorno;
insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno;
agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno;
faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno;
sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati quasi ogni giorni;
ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno;
pensieri ricorrenti di morte.
La depressione post partum si differenzia da altri quadri clinici che possono caratterizzare il periodo successivo alla nascita, quali la baby blues, la psicosi puerperale, il disturbo post-traumatico postnatale.
In particolare, la baby blues è una transitoria flessione del tono dell’umore che interessa fino al 70% delle donne nei 10 giorni successivi al parto senza interferire con il funzionamento e che non dura più di due settimane.
La psicosi puerperale è un disturbo dell’umore caratterizzato da depressione, perdita di contatto con la realtà, disturbi della memoria e del pensiero, episodi deliranti spesso di tipo paranoide e allucinazioni, comportamenti anomali. Esordisce precocemente anche a distanza di poche ore o giorni dal parto; la maggior parte degli episodi si manifesta in forma conclamata entro i primi due mesi; l’intervento deve essere tempestivo e consiste nella somministrazione di psicofarmaci e nell’ospedalizzazione.
Il disturbo post traumatico postnatale è correlato all’aver sperimentato un parto traumatico. I sintomi sopraggiungono a breve distanza dal parto e sono caratterizzati da riattualizzazione dell’evento traumatico attraverso pensieri intrusivi, incubi, flashback, disturbi del sonno, di concentrazione e memoria, ipervigilanza, irritabilità ed evitamento di tutto ciò che rimanda all’evento traumatico. Tale disturbo può aggravarsi se non riconosciuto in tempo con manifestazione di depressione, evitamento di qualunque cura, paura per parti futuri, disturbi nella relazione con il bambino, nella relazione di coppia e nella sfera sessuale.
Ringrazio tantissimo la Dott.ssa Palmira Montrone (Psicologa e Specialista in Psicoterapia Cognitiva ad indirizzo Costruttivista ed Evolutivo –Abilitata all’esercizio dell’E.M.D.R. ) e la Dott.ssa Loredana Tallarico (Psicologa e Specialista in Psicoterapia Cognitiva e Cognitivo-Comportamentale- Abilitata all’esercizio dell’E.M.D.R.) per questo prezioso intervento: perché bisogna imparare a chiamare le cose con il loro nome. E’ il primo passo per guarire.
La depressione post partum: conosciamola per vincerla
La depressione post partum è un disturbo depressivo non psicotico che ha inizio e si protrae nel periodo successivo al parto, di lieve o moderata gravità, caratterizzato da una sintomatologia sovrapponibile a quella di un quadro depressivo che può manifestarsi in altri periodi della vita.
La depressione post partum è caratterizzata da una molteplicità di sintomi variabili a seconda delle caratteristiche individuali, psicosociali e ambientali. La sintomatologia esordisce entro 6 mesi dopo il parto, mediamente si manifesta in modo conclamato tra le otto e le dodici settimane. Può durare settimane o mesi e necessita di trattamento da parte di professionisti.
Uno dei primi segnali di rischio è la presenza di uno stato emotivo che predispone al pianto, all’irritabilità e alla conseguente reazione di insofferenza verso chiunque stimoli una richiesta di attenzione.
Secondo il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) i criteri di questo disturbo richiedono che sia presente quasi ogni giorno, per un periodo di almeno 2 settimane:
Devono essere presenti almeno 5 dei seguenti sintomi per un periodo di almeno 2 settimane:
La depressione post partum si differenzia da altri quadri clinici che possono caratterizzare il periodo successivo alla nascita, quali la baby blues, la psicosi puerperale, il disturbo post-traumatico postnatale.
In particolare, la baby blues è una transitoria flessione del tono dell’umore che interessa fino al 70% delle donne nei 10 giorni successivi al parto senza interferire con il funzionamento e che non dura più di due settimane.
La psicosi puerperale è un disturbo dell’umore caratterizzato da depressione, perdita di contatto con la realtà, disturbi della memoria e del pensiero, episodi deliranti spesso di tipo paranoide e allucinazioni, comportamenti anomali. Esordisce precocemente anche a distanza di poche ore o giorni dal parto; la maggior parte degli episodi si manifesta in forma conclamata entro i primi due mesi; l’intervento deve essere tempestivo e consiste nella somministrazione di psicofarmaci e nell’ospedalizzazione.
Il disturbo post traumatico postnatale è correlato all’aver sperimentato un parto traumatico. I sintomi sopraggiungono a breve distanza dal parto e sono caratterizzati da riattualizzazione dell’evento traumatico attraverso pensieri intrusivi, incubi, flashback, disturbi del sonno, di concentrazione e memoria, ipervigilanza, irritabilità ed evitamento di tutto ciò che rimanda all’evento traumatico. Tale disturbo può aggravarsi se non riconosciuto in tempo con manifestazione di depressione, evitamento di qualunque cura, paura per parti futuri, disturbi nella relazione con il bambino, nella relazione di coppia e nella sfera sessuale.
Ringrazio tantissimo la Dott.ssa Palmira Montrone (Psicologa e Specialista in Psicoterapia Cognitiva ad indirizzo Costruttivista ed Evolutivo –Abilitata all’esercizio dell’E.M.D.R. ) e la Dott.ssa Loredana Tallarico (Psicologa e Specialista in Psicoterapia Cognitiva e Cognitivo-Comportamentale- Abilitata all’esercizio dell’E.M.D.R.) per questo prezioso intervento: perché bisogna imparare a chiamare le cose con il loro nome. E’ il primo passo per guarire.
Foto credits: dal web
Valentina Colmi
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