“Dopo il parto si ha, a volte, l’aspettativa, di un rientro immediato nella dimensione precedente, quasi che i cambiamenti, siano essi corporei o relazionali e di ruolo, procedessero per salti, in compartimenti stagni e separati tra loro. Il post parto, che si presenta come fase di transito tra il mondo del pre e quello del dopo bambino, viene vissuto come terra di nessuno, che si attraversa a volte senza quella curiosità e interesse che meriterebbe (…)”
Visto che ormai sono 3 anni che mi occupo di depressione post partum – sia in termini personali sia in termini professionali – ho letto diversi libri sull’argomento maternità (uno dei fondamentali rimane quello di Marilde Trinchero) . Devo dire che ho letto informazioni straordinarie, che mi hanno permesso di avere un quadro più ampio per aiutare le donne che mi scrivono.
Finalmente ho trovato un libro che oserei dire “definitivo”. Si chiama appunto “Parto in arrivo” e l’ho amato fin da subito perché oltre ad essere di facile lettura affronta tutti quegli aspetti di cui spesso si parla poco e male. Per esempio si dà molto risalto all’ambivalenza verso il rapporto con i propri figli, un’ambivalenza sana che permette di costruire un rapporto vero, non offuscato dalla retorica sulla felicità materna.
Credo che dovrebbe essere diffuso ovunque. Negli ospedali, nei consultori, nei corsi pre parto e ovviamente nelle sale d’aspetto di ginecologi e pediatri. Perché si rivolge alle mamme in prima persona, quasi come se fosse un dialogo intimo tra noi e le psicologhe che lo hanno scritto. Se lo avessi letto quando sono diventata mamma di Paola mi sarei fatta tante di quelle paranoie in meno e mi sarei sentita molto meno in colpa.
Quello che ci tengono a dire le autrici, psicologhe e psicoterapeute che lavorano nel Reparto Maternità della Clinica Mangiagalli di Milano, è che una situazione non completamente serena non deve essere nascosta, ma che solo parlandone può essere normalizzata (cosa che ovviamente non farebbe scattare tutto quel terreno di angosce che le neo mamme vivono). Sapete quante si trovano in difficoltà e non lo dicono perché si sentono dare solo risposte positive? Ecco, “Parto in arrivo” scardina questi pilastri scrivendo in modo realistico che cosa potrebbe succedere dopo la nascita del bambino e ci autorizza a essere vere, finalmente.
Se vi ho incuriosito almeno un po’, lo potete trovare su Amazon.it.
Foto credits: le immagini mi sono state donate dalle autrici del libro
Il libro più vero sulla maternità esiste e io l’ho letto
“Dopo il parto si ha, a volte, l’aspettativa, di un rientro immediato nella dimensione precedente, quasi che i cambiamenti, siano essi corporei o relazionali e di ruolo, procedessero per salti, in compartimenti stagni e separati tra loro. Il post parto, che si presenta come fase di transito tra il mondo del pre e quello del dopo bambino, viene vissuto come terra di nessuno, che si attraversa a volte senza quella curiosità e interesse che meriterebbe (…)”
Visto che ormai sono 3 anni che mi occupo di depressione post partum – sia in termini personali sia in termini professionali – ho letto diversi libri sull’argomento maternità (uno dei fondamentali rimane quello di Marilde Trinchero) . Devo dire che ho letto informazioni straordinarie, che mi hanno permesso di avere un quadro più ampio per aiutare le donne che mi scrivono.
Finalmente ho trovato un libro che oserei dire “definitivo”. Si chiama appunto “Parto in arrivo” e l’ho amato fin da subito perché oltre ad essere di facile lettura affronta tutti quegli aspetti di cui spesso si parla poco e male. Per esempio si dà molto risalto all’ambivalenza verso il rapporto con i propri figli, un’ambivalenza sana che permette di costruire un rapporto vero, non offuscato dalla retorica sulla felicità materna.
Credo che dovrebbe essere diffuso ovunque. Negli ospedali, nei consultori, nei corsi pre parto e ovviamente nelle sale d’aspetto di ginecologi e pediatri. Perché si rivolge alle mamme in prima persona, quasi come se fosse un dialogo intimo tra noi e le psicologhe che lo hanno scritto. Se lo avessi letto quando sono diventata mamma di Paola mi sarei fatta tante di quelle paranoie in meno e mi sarei sentita molto meno in colpa.
Quello che ci tengono a dire le autrici, psicologhe e psicoterapeute che lavorano nel Reparto Maternità della Clinica Mangiagalli di Milano, è che una situazione non completamente serena non deve essere nascosta, ma che solo parlandone può essere normalizzata (cosa che ovviamente non farebbe scattare tutto quel terreno di angosce che le neo mamme vivono). Sapete quante si trovano in difficoltà e non lo dicono perché si sentono dare solo risposte positive? Ecco, “Parto in arrivo” scardina questi pilastri scrivendo in modo realistico che cosa potrebbe succedere dopo la nascita del bambino e ci autorizza a essere vere, finalmente.
Se vi ho incuriosito almeno un po’, lo potete trovare su Amazon.it.
Foto credits: le immagini mi sono state donate dalle autrici del libro
Valentina Colmi
Potrebbe anche piacerti
Melanie F. “Anna, la mia donna perfetta, che deve fare i conti con una gravidanza a rischio”
I casi della vita. Sono inciampata in “Una donna perfetta” (Cairo Editore) per caso, ma è stato un incontro molto importante. Venivo da un secondo aborto, mi pareva di essere l’unica al mondo a stare da cani e invece – come spesso accade – sono i libri che ti danno le risposte o che comunque ti fanno sentire meno sola. La storia parla di Anna, ex giornalista in carriera che ha sposato Mahmoud, un uomo d’affari di Dubai, e della sua vita negli Emirati. In particolare questo capitolo affronta la difficile seconda gravidanza di Anna e i suoi dubbi e i timori legati ad una bambina “a rischio”. Ne consegue un vero e proprio viaggio che le farà capire molto di sé, del suo modo di essere madre e moglie. Ecco quello che mi ha raccontato la sua autrice, Melanie Francesca.
Il sole sorgerà ancora
Avrete notato che è da un po’ che non scrivo. Cerco di essere sempre attiva sui social ma qui faccio un po’ più fatica, sarà che gli avvenimenti delle ultime settimane sono stati non facili da digerire. Posso dire che sto molto meglio e questo perché mi sono data un tempo godermi il mio dolore. Ho deciso che dopo questo avrei smesso di soffrire e cercato nuove opportunità derivate proprio dal momento di crisi.
Michaela K. Bellisario: “Con ‘Parlami di lei’ voglio dare voce a mia figlia, vissuta per 20 ore dopo nascita”
Ci sono vicende che accadono e ti chiedi perché. Perché proprio a te, che cosa hai fatto di male. In fondo non chiedevi poi tanto, volevi solo vivere una vita semplice fatta di cose normali, come una famiglia, dei figli, un lavoro che ti piace. Alexandra – la protagonista di Parlami di lei, romanzo della giornalista di Io Donna Michaela K. Bellisario – sembrerebbe avere tutto: un impiego che le permette di viaggiare, un marito che la ama, una bella casa e una bimba in arrivo quando ormai non ci sperava più. In un attimo tutto questo scompare e scopre com’è trascorrere i propri giorni sprofondata nel dolore. Una storia che ha vissuto in prima persona Michaela, che nel 2011 ha perso la figlia appena nata rischiando anche lei di morire. Ho incrociato la storia di Michaela per caso (ma davvero sarà così?) questa estate, mentre non stavo bene per via dell’aborto. Le ho scritto proponendole l’intervista…
“Sei una brava mamma”: a volte sentirselo dire è la miglior medicina
“Secondo te sono una brava mamma?” “Pensavo peggio” Questo è il dialogo tra me e mia madre riportato anche nel mio libro “Out of the Blue – Rinascere mamma“. Era l’estate del 2013, Paola aveva 4 mesi e io ero nella confusione più totale. Avrei voluto sentirmi dire che sì, ero una brava mamma, che stavo facendo tanti sforzi per esserlo e che dovevo essere fiera di me. Invece nulla. Con il tempo un po’ di stima mi è stata riconosciuta, ma ricordo perfettamente quando non sapevo da che parte girarmi e che l’unica cosa importante era che non riuscivo a pulire la casa.
Next ArticleSusanna Bocconi, volontaria Progetto Itaca: "Depressione post partum più diffusa di quel che si pensa"