Dopo le 5 cose che non si devono dire ad una mamma che soffre di depressione post partum, mi sembra giusto condividere quali siano stati i miei interrogativi quando purtroppo mi sono ritrovata con la dpp. Sono pensieri credo estremamente comuni, ma siccome una caratteristica della verità – soprattutto se fa male – è quella di venire nascosta, ritengo che sia positivo condividere. Anche solo per dire: “Cavolo, ma allora non sono l’unica a provare questa cosa!”.
– Sono una cattiva madre. C’è questo video preso dal film Tutto parla di te di Alina Marazzi che esprime esattamente la sensazione che molte mamme hanno provato: quella di non vivere la maternità – e prima ancora il parto – in totale comunione con il figlio che sta nascendo, ma di essere estremamente egoiste perché hanno magari avuto molto dolore per la nascita del bambino e vorrebbero pensare solo a se stesse. (Io fra tutte)
– Non sono capace. Ti sembra che tutte le altre mamme siano più in gamba di te, ma soprattutto che a te naturale non viene nulla, come ti avevano detto. Non importa quanto ti rassicurano: tu ti senti ugualmente uno schifo.
– L’allattamento: che palle. Ok, qui mi giocherò molti punti, ma la mia esperienza non è stata affatto idilliaca, per questo Paola prende il latte artificiale da quando aveva pochi giorni. E comunque, anche per te mamma che allatti al seno, se ti fa male tutto, hai le ragadi e la piccola sanguisuga vuole sempre attaccarsi alla tetta, hai tutto il diritto di dire che pensavi la faccenda fosse più facile del previsto.
– Rivoglio la mia vita. Arriverà il momento in cui ciò accadrà, puoi starne certa, ma se all’inizio ti senti sopraffatta e pensi che sarebbe stato tanto bello tornare indietro, non preoccuparti: è più comune di quanto pensi, solo che non te lo dicono.
– Se il bambino non ci fosse stare meglio. Questo è ovvio per una serie di ragioni: non avresti le smagliature, la pancia sgonfia come un soufflé, le tette non ti farebbero male, dormiresti e avresti una vita sessuale. Senza contare che hai dei punti sull’addome se hai fatto il cesareo o nella vagina se hai fatto il parto naturale. Per smaltire tutto ci vuole tempo, a volte anche molto. Come puoi dire di essere un fiore? Si può pensarla così, ma credimi: con un po’ di aiuto e di fiducia passerà.
Foto credits: dal web – Rick Kirkman e Jerry Scott “Baby Blues”
5 pensieri che passano nella mente di una mamma con la depressione post partum
Dopo le 5 cose che non si devono dire ad una mamma che soffre di depressione post partum, mi sembra giusto condividere quali siano stati i miei interrogativi quando purtroppo mi sono ritrovata con la dpp. Sono pensieri credo estremamente comuni, ma siccome una caratteristica della verità – soprattutto se fa male – è quella di venire nascosta, ritengo che sia positivo condividere. Anche solo per dire: “Cavolo, ma allora non sono l’unica a provare questa cosa!”.
– Sono una cattiva madre. C’è questo video preso dal film Tutto parla di te di Alina Marazzi che esprime esattamente la sensazione che molte mamme hanno provato: quella di non vivere la maternità – e prima ancora il parto – in totale comunione con il figlio che sta nascendo, ma di essere estremamente egoiste perché hanno magari avuto molto dolore per la nascita del bambino e vorrebbero pensare solo a se stesse. (Io fra tutte)
– Non sono capace. Ti sembra che tutte le altre mamme siano più in gamba di te, ma soprattutto che a te naturale non viene nulla, come ti avevano detto. Non importa quanto ti rassicurano: tu ti senti ugualmente uno schifo.
– L’allattamento: che palle. Ok, qui mi giocherò molti punti, ma la mia esperienza non è stata affatto idilliaca, per questo Paola prende il latte artificiale da quando aveva pochi giorni. E comunque, anche per te mamma che allatti al seno, se ti fa male tutto, hai le ragadi e la piccola sanguisuga vuole sempre attaccarsi alla tetta, hai tutto il diritto di dire che pensavi la faccenda fosse più facile del previsto.
– Rivoglio la mia vita. Arriverà il momento in cui ciò accadrà, puoi starne certa, ma se all’inizio ti senti sopraffatta e pensi che sarebbe stato tanto bello tornare indietro, non preoccuparti: è più comune di quanto pensi, solo che non te lo dicono.
– Se il bambino non ci fosse stare meglio. Questo è ovvio per una serie di ragioni: non avresti le smagliature, la pancia sgonfia come un soufflé, le tette non ti farebbero male, dormiresti e avresti una vita sessuale. Senza contare che hai dei punti sull’addome se hai fatto il cesareo o nella vagina se hai fatto il parto naturale. Per smaltire tutto ci vuole tempo, a volte anche molto. Come puoi dire di essere un fiore? Si può pensarla così, ma credimi: con un po’ di aiuto e di fiducia passerà.
Foto credits: dal web – Rick Kirkman e Jerry Scott “Baby Blues”
Valentina Colmi
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