La depressione post partum e quel “mai detto” in famiglia

depressione post partum

Qualche tempo fa intervistai il giornalista e vice direttore de La Stampa Massimo Gramellini che mi disse: “Le famiglie sono delle comunità umane “condannate” alla convivenza e alla condivisione di spazi e interessi ristretti, per questo si nascondono i peggiori segreti”. Nel suo caso quello di aver scoperto che la madre non era caduta dal balcone a seguito di un infarto, ma che si era suicidata nella notte di Capodanno, quando lui era ancora un bambino. Anch’io ho scoperto un segreto, o meglio una verità taciuta o semplicemente mai tirata fuori, anche se è sempre stata lì, a portata di mano.

Ieri ho telefonato a mia zia, per il suo compleanno. Abbiamo parlato dell’inchiesta che ho scritto assieme a Paola Maraone su Gioia! sulla depressione post partum e lei mi ha detto:

Mia madre è morta che io avevo 10 anni, avrò vissuto con lei 5 anni a dir tanto“.

Questo perché mia nonna paterna, che io non ho mai conosciuto, dopo la nascita di mia zia ha avuto una forte depressione post partum. All’epoca però si diceva  “crollo di nervi”.

Quando avevo 40 giorni ho cominciato a vagare tra i parenti”.

Ecco, io questa cosa l’ho saputa appunto 24 ore fa, a 33 anni, dopo due figlie e appunto una depressione post partum. Quando ero ammalata mi chiedevo come mai fosse capitato a me, visto che nessuno della mia famiglia sembrava ne avesse mai sofferto (e le cause della dpp possono essere anche genetiche o ereditarie). Ecco, ora mi sono data una spiegazione. Mi rimane un po’ di sgomento e stupore: perché nessuno me lo hai mai detto? Perché si è messa sotto silenzio una pagina importante che mi avrebbe – ci avrebbe -risparmiato tante domande e sofferenza?

Penso che ancora oggi, purtroppo, si tenda a sottovalutare quello che ho avuto e quello che ha avuto mia nonna. L’hanno fatta curare? L’hanno aiutata? Perché la soluzione migliore è stata allontanare una neonata di 40 giorni dalla mamma? Stavo per chiederlo, ma ho sentito che dall’altra parte stava squillando il cellulare.

Devo andare, ne parleremo” mi ha detto mia zia.

Puoi contarci.

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