Ho conosciuto mio marito – che ancora ovviamente non era tale – mentre uscivo a pezzi da una pseudo relazione in cui all’altra metà non solo non fregava un fico secco di me, ma è pure partito per l’Africa per farmi capire bene il concetto.
Da allora sono passati quasi 7 anni e nel frattempo ci siamo sposati e come sapete abbiamo avuto 2 bambine. Ora che la psicoterapia è finita, io credo che sia doveroso ricordare a tutti che non ce l’avrei mai fatta senza di lui. E’ a lui che attribuisco la metà della mia guarigione.
Quanti uomini, quanti padri si sarebbero potuti smarrire di fronte ad una moglie trasfigurata da una malattia che apparentemente non dà sintomi esterni? Sarebbe stato più facile per lui buttarsi a capofitto in qualcos’altro, come per esempio il lavoro, Paola, forse avrebbe anche potuto rivolgere il suo sguardo altrove. E invece c’è sempre stato. Dei ricordi vaghi e confusi che ho di quel periodo, ho un’unica certezza: Francesco. E’ stato lui che mi ha sorretto, curato, coccolato, sgridato quando non volevo vivere. E’ stato lui che mi ha sempre accompagnato alle sedute di psicoterapia, il primo volto che vedevo ogni volta che uscivo da una seduta.
Io non avrei mai potuto farlo. Perché io sono egoista. Ma mio marito no. Mio marito è la persona migliore che conosca, perché rendi tutti migliori. Ha reso me migliore. Mi ha convinto che avrei potuto farcela, che avrei potuto fare grandi progetti, che avrei dovuto credere non soltanto di guarire, ma che da tutto quel dolore sarebbe nata una grande forza. Francesco è così: un ottimista nato. Non so come faccia – visto che sono esattamente l’opposto – però le persone che lo conoscono gli vogliono bene proprio perché sa vedere laddove spesso non si vede niente.
Io l’amore l’ho imparato da lui. Prima ne avevo solo una vaga idea, un po’ sfocata. Da quando stiamo insieme ho capito invece che cosa sia davvero un sentimento così potente. Se adesso sono qui a raccontarvi la mia storia, è anche merito suo.
L’amore di un uomo può fare miracoli. E non è vero che noi donne dobbiamo starcene da sole e dirci di bastarci. Perché tutti vogliono essere amati e se io fossi stata senza di lui, non so che fine avrei fatto. Perciò a voi che mi leggete: auguro di trovare una persona così al vostro fianco.
Non è che non ci saranno periodi brutti, momenti difficili e un giorno – presto o tardi – ci sarà anche la morte a separarci. Però tutto quello che c’è di buono vivrà, non soltanto nei geni delle nostre figlie, ma nella bellezza della nostra vita insieme che è il regalo più grande che mi sta dando ogni giorno.
Perché l’amore. [capitolo del libro che non ho scritto]
Ho conosciuto mio marito – che ancora ovviamente non era tale – mentre uscivo a pezzi da una pseudo relazione in cui all’altra metà non solo non fregava un fico secco di me, ma è pure partito per l’Africa per farmi capire bene il concetto.
Da allora sono passati quasi 7 anni e nel frattempo ci siamo sposati e come sapete abbiamo avuto 2 bambine. Ora che la psicoterapia è finita, io credo che sia doveroso ricordare a tutti che non ce l’avrei mai fatta senza di lui. E’ a lui che attribuisco la metà della mia guarigione.
Quanti uomini, quanti padri si sarebbero potuti smarrire di fronte ad una moglie trasfigurata da una malattia che apparentemente non dà sintomi esterni? Sarebbe stato più facile per lui buttarsi a capofitto in qualcos’altro, come per esempio il lavoro, Paola, forse avrebbe anche potuto rivolgere il suo sguardo altrove. E invece c’è sempre stato. Dei ricordi vaghi e confusi che ho di quel periodo, ho un’unica certezza: Francesco. E’ stato lui che mi ha sorretto, curato, coccolato, sgridato quando non volevo vivere. E’ stato lui che mi ha sempre accompagnato alle sedute di psicoterapia, il primo volto che vedevo ogni volta che uscivo da una seduta.
Io non avrei mai potuto farlo. Perché io sono egoista. Ma mio marito no. Mio marito è la persona migliore che conosca, perché rendi tutti migliori. Ha reso me migliore. Mi ha convinto che avrei potuto farcela, che avrei potuto fare grandi progetti, che avrei dovuto credere non soltanto di guarire, ma che da tutto quel dolore sarebbe nata una grande forza. Francesco è così: un ottimista nato. Non so come faccia – visto che sono esattamente l’opposto – però le persone che lo conoscono gli vogliono bene proprio perché sa vedere laddove spesso non si vede niente.
Io l’amore l’ho imparato da lui. Prima ne avevo solo una vaga idea, un po’ sfocata. Da quando stiamo insieme ho capito invece che cosa sia davvero un sentimento così potente. Se adesso sono qui a raccontarvi la mia storia, è anche merito suo.
L’amore di un uomo può fare miracoli. E non è vero che noi donne dobbiamo starcene da sole e dirci di bastarci. Perché tutti vogliono essere amati e se io fossi stata senza di lui, non so che fine avrei fatto. Perciò a voi che mi leggete: auguro di trovare una persona così al vostro fianco.
Non è che non ci saranno periodi brutti, momenti difficili e un giorno – presto o tardi – ci sarà anche la morte a separarci. Però tutto quello che c’è di buono vivrà, non soltanto nei geni delle nostre figlie, ma nella bellezza della nostra vita insieme che è il regalo più grande che mi sta dando ogni giorno.
E non mi pare mica poco.
Valentina Colmi
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