‘Mi piacciono le mamme di oggi. Sono mamme non rassegnate, che hanno voglia di reinventarsi, tirandosi su le maniche e sfruttando i mezzi offerti dalla Rete’.
Jolanda Restano è una delle prime ad aver capito le potenzialità della Rete. Si laurea in farmacia, ma è in internet che trova la sua ‘casa’: nel 2000 fonda Filastrocche.it, uno dei siti di maggior successo in Italia dedicati all’infanzia e successivamente crea assieme ad un network di professionisti Fattoremamma, società di servizi di marketing e comunicazione che mette in relazione le aziende con la potenza d’acquisto che le mamme hanno . E’ anche una delle promotrici del Mammacheblog, evento che riguarda tutte le blogger e mamme italiane, e del Talent Donna, una serie di incontri che mirano a promuovere l’imprenditoria femminile. Ecco che cosa ha raccontato.
Jolanda, tu sei mamma di 3 figli: come hai vissuto le tue gravidanze? E le aspettative che avevi prima della loro nascita sono state rispettate oppure la mamma reale ha fatto “a pugni” con quella ideale?
Quando ho deciso di fare il primo figlio non avevo grandi aspettative, ho semplicemente pensato perché no… Un po’ come accade in tutte le decisioni della mia vita, agisco d’istinto, senza rimuginarci troppo. Sarà per questo che di figli ne ho messi al mondo tre! Comunque ho vissuto le gravidanze con tranquillità, l’unico momento buio è stato quando mi hanno negato il part time al mio rientro al lavoro. Un rischio che davvero non avevo calcolato… Ma se penso che da questo ne è nato un lavoro nuovo, completamente diverso e che mi regala enormi soddisfazioni, è andata bene così!
Hai mai avuto momenti di crisi, in cui magari hai pensato di non essere una brava mamma?
Sì certo ne ho avuti alcuni, come tutte le mamme, credo. Ad esempio quando ho dovuto smettere di allattare mi sono sentita un po’ in colpa. Ma è durata poco, mi è bastato fare il conto di quanto stavo facendo per la mia famiglia per sentirmi in pace.
Tu sei una delle pioniere della Rete: è cambiato il modo di parlare di maternità rispetto a quando hai cominciato tu?
Sulla Rete non è cambiato il modo di parlare di maternità rispetto a quando ho cominciato io, se non per il fatto che ora siamo in molte di più a parlarne. La novità è che oggi anche fuori dalla Rete si comincia a parlare di mamme come in Rete, affrontando anche i lati critici del nostro mestiere.Non solo rose e fori insomma, ma mamme che si fanno domande e si danno da fare con entusiasmo tra mille intoppi e difficoltà. E se la fiction “mamma imperfetta” lanciata sul sito del Corriere ha avuto un tale successo, vuol dire che anche le istituzioni cominciano a recepire il cambiamento.
Un paio di mesi fa su Il Sole 24 ore è apparso un articolo di Riccardo Piaggio intitolato “Mamma che blog!” in cui si dice che la rete – nonostante il fenomeno dei mommy blog – non abbia invece ancora inventato un linguaggio ‘giusto’ per parlare di maternità. Si sostiene che si parli solo degli aspetti positivi e in termini di consumo (ad esempio l’acquisto dei prodotti per l’arrivo di un bebé). Cosa ne pensi?
Ho dato solo una veloce occhiata in Rete all’articolo che citi e mi viene subito da chiedere a quel giornalista quali siti di mamme abbia consultato. Per fare simili affermazioni significa che non conosce bene l’universo delle mamme blogger, perché potrei citare moltissime colleghe, con un gran seguito, che hanno affrontato proprio gli aspetti più problematici della maternità sui loro blog. Certo ci sono i siti main stream dove si parla ancora solo in termini zuccherosi e consumistici dell’essere mamma, ma sono una minoranza. La Rete, per come la vedo io, svolge davvero una funzione di sostegno alle mamme, colmando il vuoto lasciato dalla scomparsa delle famiglie allargate. Si parla anche di prodotti, ma non solo. E si parla di prodotti perché in questo momento le aziende si sono accorte delle potenzialità della Rete e fanno di tutto per sfruttarla, cosa che fino a qualche anno fa non succedeva.
Secondo te perché si fa ancora fatica a parlare di lati oscuri della maternità, come ad esempio la depressione post partum?
Il retaggio di dover parlare sempre bene della maternità è duro a morire, ma in Rete –come ho già detto- c’è qualcuno che affronta anche argomenti scomodi come quello della depressione post-partum, creando su forum e blog importanti momenti di confronto. Quando più di 10 anni fa ho messo al mondo i miei figli nessuno invece mi aveva minimamente preparato a questa eventualità…
Che idea ti sei fatta – anche grazie al “Mamma che blog” e a “Talent Donna” – delle mamme di oggi?
Mi piacciono, mi piace il loro modo di attivarsi per trovare un’alternativa più soddisacente al loro menage familiare. Sono mamme non rassegnate, che hanno voglia di reinventarsi, tirandosi su le maniche e sfruttando i mezzi offerti dalla Rete. Vedo donne motivate a cambiare vita, a realizzare un progetto o semplicemente ad arrotondare il proprio stipendio, ma comunque molto attive. E io apprezzo molto le persone che si danno da fare!
Jolanda Restano: “Le mamme di oggi? Non si arrendono!”
‘Mi piacciono le mamme di oggi. Sono mamme non rassegnate, che hanno voglia di reinventarsi, tirandosi su le maniche e sfruttando i mezzi offerti dalla Rete’.
Jolanda Restano è una delle prime ad aver capito le potenzialità della Rete. Si laurea in farmacia, ma è in internet che trova la sua ‘casa’: nel 2000 fonda Filastrocche.it, uno dei siti di maggior successo in Italia dedicati all’infanzia e successivamente crea assieme ad un network di professionisti Fattoremamma, società di servizi di marketing e comunicazione che mette in relazione le aziende con la potenza d’acquisto che le mamme hanno . E’ anche una delle promotrici del Mammacheblog, evento che riguarda tutte le blogger e mamme italiane, e del Talent Donna, una serie di incontri che mirano a promuovere l’imprenditoria femminile. Ecco che cosa ha raccontato.
Jolanda, tu sei mamma di 3 figli: come hai vissuto le tue gravidanze? E le aspettative che avevi prima della loro nascita sono state rispettate oppure la mamma reale ha fatto “a pugni” con quella ideale?
Quando ho deciso di fare il primo figlio non avevo grandi aspettative, ho semplicemente pensato perché no… Un po’ come accade in tutte le decisioni della mia vita, agisco d’istinto, senza rimuginarci troppo. Sarà per questo che di figli ne ho messi al mondo tre! Comunque ho vissuto le gravidanze con tranquillità, l’unico momento buio è stato quando mi hanno negato il part time al mio rientro al lavoro. Un rischio che davvero non avevo calcolato… Ma se penso che da questo ne è nato un lavoro nuovo, completamente diverso e che mi regala enormi soddisfazioni, è andata bene così!
Hai mai avuto momenti di crisi, in cui magari hai pensato di non essere una brava mamma?
Sì certo ne ho avuti alcuni, come tutte le mamme, credo. Ad esempio quando ho dovuto smettere di allattare mi sono sentita un po’ in colpa. Ma è durata poco, mi è bastato fare il conto di quanto stavo facendo per la mia famiglia per sentirmi in pace.
Tu sei una delle pioniere della Rete: è cambiato il modo di parlare di maternità rispetto a quando hai cominciato tu?
Sulla Rete non è cambiato il modo di parlare di maternità rispetto a quando ho cominciato io, se non per il fatto che ora siamo in molte di più a parlarne. La novità è che oggi anche fuori dalla Rete si comincia a parlare di mamme come in Rete, affrontando anche i lati critici del nostro mestiere.Non solo rose e fori insomma, ma mamme che si fanno domande e si danno da fare con entusiasmo tra mille intoppi e difficoltà. E se la fiction “mamma imperfetta” lanciata sul sito del Corriere ha avuto un tale successo, vuol dire che anche le istituzioni cominciano a recepire il cambiamento.
Un paio di mesi fa su Il Sole 24 ore è apparso un articolo di Riccardo Piaggio intitolato “Mamma che blog!” in cui si dice che la rete – nonostante il fenomeno dei mommy blog – non abbia invece ancora inventato un linguaggio ‘giusto’ per parlare di maternità. Si sostiene che si parli solo degli aspetti positivi e in termini di consumo (ad esempio l’acquisto dei prodotti per l’arrivo di un bebé). Cosa ne pensi?
Ho dato solo una veloce occhiata in Rete all’articolo che citi e mi viene subito da chiedere a quel giornalista quali siti di mamme abbia consultato. Per fare simili affermazioni significa che non conosce bene l’universo delle mamme blogger, perché potrei citare moltissime colleghe, con un gran seguito, che hanno affrontato proprio gli aspetti più problematici della maternità sui loro blog. Certo ci sono i siti main stream dove si parla ancora solo in termini zuccherosi e consumistici dell’essere mamma, ma sono una minoranza. La Rete, per come la vedo io, svolge davvero una funzione di sostegno alle mamme, colmando il vuoto lasciato dalla scomparsa delle famiglie allargate. Si parla anche di prodotti, ma non solo. E si parla di prodotti perché in questo momento le aziende si sono accorte delle potenzialità della Rete e fanno di tutto per sfruttarla, cosa che fino a qualche anno fa non succedeva.
Secondo te perché si fa ancora fatica a parlare di lati oscuri della maternità, come ad esempio la depressione post partum?
Il retaggio di dover parlare sempre bene della maternità è duro a morire, ma in Rete –come ho già detto- c’è qualcuno che affronta anche argomenti scomodi come quello della depressione post-partum, creando su forum e blog importanti momenti di confronto. Quando più di 10 anni fa ho messo al mondo i miei figli nessuno invece mi aveva minimamente preparato a questa eventualità…
Che idea ti sei fatta – anche grazie al “Mamma che blog” e a “Talent Donna” – delle mamme di oggi?
Mi piacciono, mi piace il loro modo di attivarsi per trovare un’alternativa più soddisacente al loro menage familiare. Sono mamme non rassegnate, che hanno voglia di reinventarsi, tirandosi su le maniche e sfruttando i mezzi offerti dalla Rete. Vedo donne motivate a cambiare vita, a realizzare un progetto o semplicemente ad arrotondare il proprio stipendio, ma comunque molto attive. E io apprezzo molto le persone che si danno da fare!
Foto credits: dal web
Valentina Colmi
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‘Anche se a volte è stato difficile – sia come mamma sia come tata – ho capito che non potevo pretendere da me la perfezione’. Francesca Valla è la mitica Tata Francesca del programma SOS Tata. Ma non solo: ha 23 anni di esperienza nel settore educativo come insegnante di scuola primaria. I bambini sono il suo pane quotidiano e chi meglio di lei può capire come aiutare una mamma in difficoltà? Nella sua carriera Francesca ha scritto diversi libri: l’ultimo, appena uscito per Mondadori, si intitola “E’ facile fare la mamma… se sai come si fa”. Come a dire: diffidate da chi vi dice che mettere al mondo un figlio sia una passeggiata di salute. L’ho incontrata al Mammacheblog e abbiamo fatto una chiacchierata. Eccola per voi.
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