#mammekids: il futuro digitale dei nostri figli. Insegniamo a vivere il loro tempo

paola computer

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Una volta la mia psicologa mi ha chiesto: “Come pensi a te come mamma di due bambine?” Lì per lì non ho saputo rispondere. Poi ho capito che essendo due future ragazze e poi ancora donne, il mio ruolo è quello di insegnare a vivere nel loro tempo, che inevitabilmente non sarà quello che è stato per me. Quando ero piccola non esistevano internet, i selfie e Instagram. Le chat erano reali, viso a viso, al massimo al telefono o con il citofono dell’amico che andavi a chiamare. A Paola e Vittoria dovrò insegnare a comunicare, proprio a loro che sono nate tra tutte le comunicazioni possibili. Dovrò dire loro che i “mi piace” su Facebook non le faranno delle persone migliori, anche se crederanno il contrario. Che per farsi notare dal ragazzo che piacerà loro non è necessario mostrarsi in pose ammiccanti. Che la personalità e l’intelligenza sono il magnete più potente.  Che non saranno le più “fighe” del gruppo se decideranno di prendere di mira qualcuno di più debole – che tanto c’è lo schermo davanti – e che saranno ugualmente complici se vedranno un compagno in difficoltà e non diranno nulla.

Che futuro possiamo insegnare ai nostri figli grazie alla tecnologia, allora? Come possiamo migliorare la qualità della vita dei bambini di oggi e delle loro famiglie? A queste domande davvero pregnanti cercherà di rispondere Mammekids Life & Technology: due appuntamenti alla libreria Open di Milano, l’11 e il 12 marzo, dove si parlerà appunto di web, bambini e famiglie.  L’evento è stato organizzato da Antonella Pfeiffer, esperta di comunicazione e già creatrice del sito omonimo (nonché autrice del libro “La mamma perfetta” e direttore editoriale della rivista online Donne Magazine).   Continua a leggere…

Una storia da raccontare. Una mamma, semplicemente.

Una mamma infelice è una mamma scomoda.

E’ arrivata ieri tra le prime storie di mamme che hanno accettato di raccontare la propria depressione post partum. L’ho letta e ho pianto. Perché per un attimo sono andata indietro con la memoria e mi sono vista mentre guardavo fuori dalla finestra di quella che allora era la mia casa e ho pensato di buttarmi di sotto. Paola dormiva nella sua carrozzina, pacifica. Non si sarebbe accorta di niente. “Perché ho avuto questa disgrazia?” mi ripetevo. La mia bellissima bambina una disgrazia. Mentre ripensavo a questo la Paola di oggi si è avvicinata e mi ha abbracciato e si è preoccupata perché mi ha visto piangere. Le ho detto che quando era molto piccola, la mamma per un periodo non è stata molto bene. Lei mi ha risposto: “Andiamo a giocare?” come se volesse farmi capire che non importa chi ero. Ora sono la sua mamma che gioca con lei. E questo le basta. Continua a leggere…

Corinna, mamma coraggio: “Delusione e sconfitta sapere che c’è chi sconsiglia di vaccinarsi”

corinna verniani

Ho sempre pensato a post-partum.it come ad uno “spazio bianco” in cui le mamme possono avere voce senza sentirsi giudicate o sole. Quella che ospito oggi è un’altra madre “resiliente”, Corinna Verniani, che si è trovata suo malgrado al centro dell’attenzione e su ogni pagina dei quotidiani per la vicenda capitata a sua figlia. La bambina a causa di un’immunodeficienza – contratta a 2 anni a seguito di una malattia – non può essere vaccinata. Peccato che ben 8 dei suoi compagni di classe – per scelta famigliare – non si siano sottoposti alle vaccinazioni: se si fossero ammalati di una qualsiasi malattia esantematica, la bimba avrebbe potuto essere particolarmente esposta, rischiando la vita. La bambina alla fine ha cambiato scuola, ma la sua storia ha attirato ancora una volta l’attenzione su un dibattito molto accesso, che purtroppo non ha ancora trovato soluzione.  Continua a leggere…

Sono una mamma arrabbiata, ma non è un male

Non ce la faccio piùùùùùùù

Ho scritto un paio di post ultimamente che hanno creato diverso scalpore in rete e che parlano di maternità e verità. Una mamma sincera è una mamma migliore, secondo me. Non la migliore, ma è in pace con se stessa e di conseguenza vive meglio il rapporto con i suoi figli. Questo è il mio pensiero ed è stato condiviso da tante altre donne che si sono sentite “più leggere”. In realtà sono la minoranza, visto che la maggior parte dei commenti che ho ricevuto è stato piuttosto negativo. Il più comune: “basta lagne”. Continua a leggere…

In Treatment 2, si parla di depressione post partum nella storia di Irene

irene intreatment

Mi sono appassionata ad In Treatment. Per chi non lo sapesse è il remake italiano dell’omonima serie tv israeliana poi portata al successo nel 2008 da Hbo con Gabriel Byrne come protagonista. Qui da noi è Sergio Castellitto a vestire i panni del terapeuta Giovanni Mari: siamo alla seconda stagione e i nuovi personaggi in analisi hanno – come nella prima – storie molto difficili e forti.

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Depressione post partum: perché quelli che hai attorno non capiscono

Paola

Avere la depressione post partum non è un marchio. Semplicemente fa parte di te. Eppure a volte, persino la tua famiglia non capisce fino in fondo che cosa hai passato. Io non voglio dimenticare i giorni difficili, né il percorso che ho fatto per arrivare fino ad oggi. Ovviamente non ci penso costantemente, ma tengo ben presente chi sono e cosa è stato. Continua a leggere…

Depressione: i numeri spaventosi di un male ancora sconosciuto

Pixabay

Pixabay

“Piangersi addosso non serve a niente”, “Basta essere tristi”. Quante volte le persone depresse si sono sentite dire così? Quasi come se la loro malattia fosse figlia di un dio minore, come se non meritasse abbastanza attenzione e che essere depressi significhi solo essere un po’ di malinconia. Purtroppo sappiamo che non è così, ma essendo un male che non ha sintomi fisici, si dà per scontato che sia meno grave. Se ci pensiamo attentamente forse è pure peggio: una ferita fisica si può tamponare e curare, una dell’anima continua a sanguinare.

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Faccio da sola.

Faccio da sola

In questi giorni mi sento particolarmente vicina a Paola. La vedo crescere, sta diventando sempre più abile nel linguaggio e nell’esprimere ciò che vuole. Insomma è sempre più lei stessa. Quando la guardo non posso fare a meno di pensare ai primi tempi, a quando era piccina e io non sono stata in grado di prendermi cura di lei come si meritava. Per fortuna quel tempo è passato, anche se non sarei la mamma che sono oggi senza ciò che abbiamo vissuto.

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Giornata Mondiale dei Prematuri e periodi no.

vittoria 2

Non ho pubblicato niente la scorsa settimana. La verità è che ho qualche problema di salute. Niente di grave, per carità, ma bisogna capire la causa: da qualche giorno faccio fatica a respirare, ho letteralmente fame d’aria. Non accade sempre, però è piuttosto fastidioso. Perciò sto facendo degli accertamenti per capire se questi sintomi siano legati a qualcosa di fisico o di altro.

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