Jolanda Restano: “Le mamme di oggi? Non si arrendono!”

jolanda restano

‘Mi piacciono le mamme di oggi. Sono mamme non rassegnate, che hanno voglia di reinventarsi, tirandosi su le maniche e sfruttando i mezzi offerti dalla Rete’.

Jolanda Restano è una delle prime ad aver capito le potenzialità della Rete. Si laurea in farmacia, ma è in internet che trova la sua ‘casa’: nel 2000 fonda  Filastrocche.it,  uno dei siti di maggior successo in Italia dedicati all’infanzia e successivamente crea assieme ad un network di professionisti Fattoremammasocietà di servizi di marketing e comunicazione che mette in relazione le aziende con la potenza d’acquisto che le mamme hanno . E’ anche una delle promotrici del Mammacheblog, evento che riguarda tutte le blogger e mamme italiane, e del Talent Donna, una serie di incontri che mirano a promuovere l’imprenditoria femminile. Ecco che cosa ha raccontato. 

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La depressione post partum quanto dura in media?

depressione post partum quanto dura

La depressione post partum quanto dura? Abbiamo cercato di chiarire meglio che cos’è la depressione post partum (che ricordiamolo, non è il baby blues, sebbene spesso vengano usati come sinonimi). Ora cerchiamo di capire quanto tempo si può aver a che fare con questa malattia. Una premessa che non mi stancherò mai di ripetere: dalla depressione post partum non si può guarire da sole. E’ necessario un percorso psicologico perché le motivazioni che possono averla provocata possono risalire a dei “nodi” delle propria vita che non sono stati sciolti. Ad esempio l’educazione, il rapporto con la madre, la non elaborazione di un lutto, un grosso cambiamento. Soltanto con la psicoterapia si può risolvere questa situazione, per cui mamme anche se avete paura lasciatevi aiutare!

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Barbara Damiano mammafelice: “La felicità è realizzarsi come donne”

Barbara Damiano mammafelice

“Una mamma felice è prima di tutto una donna che ha fatto pace con se stessa, e che non smette di essere se stessa anche come madre”.

Barbara Damiano è una mamma  – e donna – felice, di nome e di fatto. Conosciuta appunto sul web come mammafelice, è tra le prime blogger italiane, segno evidente di quanto abbia compreso in tempi non sospetti tutte le potenzialità della rete. mammafelice.it è uno dei siti più conosciuti in internet: punto di riferimento per una tribù di mamme e non solo, conta più di 98.600 fan su facebook ed è tra i primi 1000 siti italiani più importanti in assoluto. Dal suo lavoro on line sono poi nati anche due libri, “Il manuale pratico della felicità” e “Mammafelice: essere mamma senza rinunciare a se stessa”.  Ecco a voi che cosa ha raccontato, ma prima un appunto personale: grazie Barbara, perché la tua determinazione nella ricerca del benessere personale spero sia di aiuto a tante donne e mamme che invece si trovano in un periodo buio della loro vita. Questa intervista a me ha messo subito il buon umore e la voglia di fare:)

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L’istinto materno cos’è? La dpp e l’essere madre

L'istinto materno- questo sconosciuto

Cos’è l’istinto materno? Ieri, girovagando per la rete, ho trovato per caso in un forum un post che s’intitola “Non è per niente bello avere figli”;  risale a 7 anni fa, ma per i contenuti potrebbe benissimo essere stato scritto oggi. Chi lo ha scritto era diventata mamma da poco e stava purtroppo molto male. Ecco lo stralcio finale:
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Giorgia Cozza: “Non si nasce mamme: si impara ad esserlo”

Giorgia Cozza

“Non si nasce già madri. Ad essere madre si impara giorno dopo giorno, sorridendo, sbagliando, riprovando, amando…”.

Giorgia Cozza è una giornalista e scrittrice: si occupa da sempre di maternità e il suo libro “Bebè a costo zero” costituisce una vera e propria Bibbia del risparmio per chi vuole avere un figlio evitando gli sprechi. Era inevitabile chiedere quindi il suo punto di vista sull’universo mamma-bimbo e sui temi ancora tabù come la depressione post partum.

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50 sfumature di mamma: fenomenologia delle madri odierne

 

50sfumature di mamma

Era essenziale tornare a galla a respirare periodicamente, un po’ come le tartarughe d’acqua: ok la vita da mamma, ma ho sempre avuto la necessità di tornare a ritrovarmi, per non perdere il contatto con la me stessa di prima‘. 

Anna, Anya e Morna sono tre mamme che vivono in tre città diverse, però hanno una visione piuttosto sorprendente della “mammità”. Il loro blog 50 sfumature di mamma propone infatti diverse tipologie della mater italica e non solo. Divertenti, ironiche e per questo assolutamente da leggere, mi hanno parlato della propria esperienza e di che cosa pensano della maternità oggi.

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Depressione post partum: la Scala di Edimburgo per un’autovalutazione

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Abbiamo visto quali sono i fattori di rischio che possono provocare la depressione post partum, ma gli studiosi hanno anche elaborato una Scala di autovalutazione, la Scala di Edimburgo, a cui tu mamma puoi rispondere per capire se per caso hai bisogno di aiuto. Non costituisce di per sé una diagnosi di dpp, ma può essere un punto di partenza. Si tratta di un questionario che adesso ti propongo. Devi rispondere a tutte le domande e sommare il punteggio. In genere si esegue dopo due settimane dalla nascita del bambino.

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5 pensieri che passano nella mente di una mamma con la depressione post partum

 

baby blues comics

Dopo le 5 cose che non si devono dire ad una mamma che soffre di depressione post partum, mi sembra giusto condividere quali siano stati i miei interrogativi quando purtroppo mi sono ritrovata con la dpp. Sono pensieri credo estremamente comuni, ma siccome una caratteristica della verità – soprattutto se fa male – è quella di venire nascosta, ritengo che sia positivo condividere. Anche solo per dire: “Cavolo, ma allora non sono l’unica a provare questa cosa!”.

– Sono una cattiva madre. C’è questo video preso dal film Tutto parla di te di Alina Marazzi che esprime esattamente la sensazione che molte mamme hanno provato: quella di non vivere la maternità – e prima ancora il parto – in totale comunione con il figlio che sta nascendo, ma di essere estremamente egoiste perché hanno magari avuto molto dolore per la nascita del bambino e vorrebbero pensare solo a se stesse. (Io fra tutte)

– Non sono capace. Ti sembra che tutte le altre mamme siano più in gamba di te, ma soprattutto che a te naturale non viene nulla, come ti avevano detto. Non importa quanto ti rassicurano: tu ti senti ugualmente uno schifo.

– L’allattamento: che palle. Ok, qui mi giocherò molti punti, ma la mia esperienza non è stata affatto idilliaca, per questo Paola prende il latte artificiale da quando aveva pochi giorni. E comunque, anche per te mamma che allatti al seno, se ti fa male tutto, hai le ragadi e la piccola sanguisuga vuole sempre attaccarsi alla tetta, hai tutto il diritto di dire che pensavi la faccenda fosse più facile del previsto.

– Rivoglio la mia vita. Arriverà il momento in cui ciò accadrà, puoi starne certa, ma se all’inizio ti senti sopraffatta e pensi che sarebbe stato tanto bello tornare indietro, non preoccuparti: è più comune di quanto pensi, solo che non te lo dicono.

– Se il bambino non ci fosse stare meglio. Questo è ovvio per una serie di ragioni: non avresti le smagliature, la pancia sgonfia come un soufflé, le tette non ti farebbero male, dormiresti e avresti una vita sessuale. Senza contare che hai dei punti sull’addome se hai fatto il cesareo o nella vagina se hai fatto il parto naturale. Per smaltire tutto ci vuole tempo, a volte anche molto. Come puoi dire di essere un fiore? Si può pensarla così, ma credimi: con un po’ di aiuto e di fiducia passerà.

Foto credits: dal web – Rick Kirkman e Jerry Scott “Baby Blues”

Depressione post partum: quali i fattori di rischio?

Come stai di umore oggi

Innanzitutto bisogna chiarire una cosa: non è detto che i fattori di rischio ci siano sempre. Può capitare che ad una donna possa insorgere la depressione post partum senza che prima abbia mostrato alcun fattore di rischio oppure viceversa: pur con la presenza di qualche fattore di rischio non è detto che si possa sviluppare la dpp.

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