E sono 4.

Questa è una foto a cui tengo molto. Perché rappresenta quello che è stato il nostro percorso fino a qui. Un’immagine di tenerezza, ma di una tenerezza sfocata, perché ti stringevo e non sapevo niente. In quei giorni di ritorno dall’ospedale stavo spesso in camicia da notte e vagavo per le stanze cercando di capire che cosa mi fosse successo. Ti vedevo lì, nella tua carrozzina a dormire con le braccine alzate, beata. E io mi domandavo come tutto fosse così uguale e tutto coì diverso.

Per fortuna il peggio è passato. La terapia e il tempo sono stati dalla nostra parte e oggi, cara Paola, compi 4 anni. Non voglio aggiungere altro. Perché sei straordinaria e devo solo dirti grazie. Grazie per il sole che hai portato con te. E grazie perché sono sicura che sei tu la mia insegnante, la mia guida, non il contrario.

Sei bella, di una bellezza che non ha definizione, né tempo: è solo il frutto di quella cosa straordinaria quanto inspiegabile che si chiama amore.

Buon quarto compleanno,

la tua mamma

Oggi è la Giornata Mondiale contro la depressione. Perché scelgo di vivere ogni giorno.

Oggi, 7 aprile, è la Giornata Mondiale contro la depressione. Io e Barbara Damiano abbiamo deciso un mese fa di parlare delle nostre storie per testimoniare che la vita – anche quando davvero sei al limite delle forze e sei esausto – in qualche modo di sorprende sempre. E non sono solo parole: è la verità. Se fossimo in un film ad un certo punto ci troveremmo di fronte al punto di svolta, quello che ti fa decidere se prendere una decisione piuttosto che un’altra, oppure interverrebbe qualcosa – una persona, un evento scatenante o una particolare situazione – capace di invertire la rotta. Per noi è successo, non è impossibile. Si può. Questa è la mia testimonianza raccontata sotto forma di lettera alla me stessa di quasi 15 anni fa: una me stessa che si amava poco o nulla e che faceva perennemente finta. A lei va tutto il mio affetto: non sono stati anni facili, ma è ancora qui ed è stata più forte. Nonostante tutto.

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Elisa Liberatori Finocchiaro: “Il cesareo può essere anche bello, come il mio”




Oggi un’intervista che avevo voglia di fare da tempo e il destino ci ha messo lo zampino. Elisa Liberatori Finocchiaro è una blogger che ha scritto un articolo molto interessante sul cesareo e sul fatto che spesso il mondo della maternità – in questo caso il parto – sia disseminato di ideologie. Io di cesarei ne ho avuti due e devo dire che concordo in pieno con ciò che ha scritto. Ecco quindi cosa ha raccontato a post-partum.it. Continua a leggere…

Associazione SinergicaMente: dalla parte delle mamme




Un’intervista alla quale tengo molto e che non avevo ancora pubblicato. Il progetto Gemma dell’Associazione SinergicaMente per me è uno dei più belli e concreti che esistano per le mamme. Ho chiesto che cos’è e come si struttura a Patrizia De Lio,  protagonista di una delle storie che si trovano su post-partum.it. Ecco quello che ha raccontato. Continua a leggere…

Dell’aborto non si deve parlare, ma io lo faccio lo stesso




Come ho raccontato, purtroppo nelle scorse settimane ho avuto un aborto tubarico. Non sono ancora fuori pericolo: anche se le beta stanno scendendo – e questo senza dubbio è un buon segno – il ginecologo mi ha detto che un’emorragia interna e improvvisa potrebbe sempre manifestarsi (ad una sua paziente è successo). Per cui al minimo segnale di dolore acuto a destra, dove c’è la tuba incriminata, devo andare in ospedale d’urgenza.  Continua a leggere…

Ostetrica Linda: “Il mio mestiere aiuta le mamme a non sentirsi sole”




Quando su Facebook ho detto che anche dal brutto può nascere un germoglio, intendevo proprio il fatto di incontrare delle persone straordinarie come le ostetriche dell’ospedale di Voghera: dopo Ilaria, Simona, Letizia e Marica, oggi vi voglio far conoscere Ermelinda Maniscalco – detta Linda –  che mi ha tanto rallegrato durante il mio breve soggiorno in ospedale dopo l’aborto.  Continua a leggere…

Perché scelgo la felicità (nonostante il terrore)




Non so quanti di voi abbiano provato nella vita ad avere un attacco di panico. Io fino a gennaio scorso non sapevo cosa fossero, ne avevo solo sentito parlare. Quando ne ho avuto uno ho provato una sensazione di terrore davvero indicibile. Mi sono sentita mancare la terra sotto i piedi, visto che non riuscivo più a respirare. Ne ho parlato con la mia terapeuta e lei mi molto tranquillizzato, cosa di cui in questo periodo ho molto bisogno. Continua a leggere…

Eccomi di nuovo




A conti fatti sono quasi due mesi che non pubblico nulla sul sito. Sono stata attiva su Facebook, ma qui non riuscivo a scrivere perché mi sentivo in colpa verso di voi che mi avete sempre seguito. Sono stata male: ho avuto due attacchi di panico, ho avuto paura di morire. Non riuscivo a controllare l’ansia che avevo somatizzato per colpa di una storia molto pesante raccontatami da una madre a cui ho dovuto dire di smettermi di scrivere. L’ho tolta da Whatsapp, l’ho bannata da Facebook: purtroppo mi scriveva tutti i giorni e io non riuscivo a dirle che in realtà non fossimo amiche, come lei credeva, e ad un certo punto non sono stata in grado di gestire anche le sue emozioni e ne sono stata travolta. Non è stata colpa sua, ovviamente, ma mia che ho creduto che non avrei mai avuto più crisi e che sarei stata sempre bene. Continua a leggere…

Valeria mamma di 3 gemelli: “La vera sfida? Avere attenzione per tutti”




Ci sono storie straordinarie che ti stanno proprio vicino, ad un palmo di naso. Questo è il caso di Valeria, ricercatrice di economia all’Università Milano-Bicocca, mamma di 3 gemelli che già solo per questo meriterebbe un premio. I bimbi sono compagni di asilo di Paola e quando l’ho vista così serena con una prole davvero numerosa, non mi sono fatta scappare l’occasione. Come si fa ad essere mamma di tre bambini che hanno la stessa età? Come si organizza il tempo? Come si fa a lavorare e dedicarsi alla famiglia almeno all’inizio così impegnativa? Ecco allora quello che ha raccontato.  Continua a leggere…

Professor Franco Baldoni: “Ecco cos’è il Disturbo Affettivo Perinatale Paterno”




>Sono particolarmente fiera dell’intervista di oggi perché il Professor Franco Baldoni è uno dei pochi in Italia (se non il principale studioso) che si occupa di depressione anche nei padri. Medico Psicologo, psicoanalista, psicoterapeuta, è Professore Associato in Psicologia Clinica e docente di Metodologia Clinica presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna. Da anni svolge ricerche in psicosomatica, sugli aspetti clinici dell’attaccamento e sulle problematiche della paternità. E’ autore di numerosi articoli scientifici e di volumi pubblicati in Italia e all’estero. 

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