La prima volta che ho chiesto aiuto

Io

Domanda di lunedì 15 luglio 2013:

Buongiorno, sono una donna di 30 anni che ha avuto 3 mesi fa la sua prima figlia. Ho avuto un parto bruttissimo: taglio cesareo con anestesia totale, in più l’allattamento non è partito e in ospedale mi hanno fatto sentire molto in colpa per questo fatto. Insomma la degenza mi ha piuttosto traumatizzata. A casa ho avuto due settimane di pianto dovute al crollo ormonale durante le quali facevo fatica ad essere serena con mia figlia, per cui provavo solo fastidio.

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“Con il mio mestiere di hair stylist aiuto le mamme ad essere di nuovo sé stesse”



La prima cosa che ho fatto dopo aver partorito è stata quella di essere andata dal parrucchiere: avevo le occhiaie, il colorito grigio, mi muovevo al rallentatore. Eppure io consiglio sempre alle “mie” mamme di andarci: non bisogna perdere la propria serenità, anche esteriore (magari con un buon allenamento appena riusciamo). Ho chiesto allora a Emanuela Meroso, hair stylist con 30 anni di esperienza, cosa può fare un bravo parrucchiere per una neo mamma.

Emanuela parlaci un po’ di te e che esperienze hai nell’ambito dell’hair styling.

Lavoro da 30 anni circa con tanta passione per la bellezza. Il mio concetto di hairstyling si è sempre basato sulla ricerca della forma adatta per ogni viso: ho seguito diversi corsi in questi anni per perfezionare le mie tecniche di lavoro, partendo da Londra l’accademia di  Tony and Guy che mi ha dato le basi del taglio: ho avuto la fortuna di lavorare negli anni con artisti premiati British hair dresser offline the year ( Tony and Guy, Beverly Cobella  ed ultimamente seguo le orme di Seminara ,direttore artistico Davines) ambitissimo premio del settore. Ho seguito diversi sistemi di colorazione cercando di anticipare i tempi ed essere pronta nel momento in cui scatta la moda in Italia. L’ultimo percorso è l’università del colore a Dresda che mi sta insegnando a seguire i colori del viso occhi pelle e caratteristiche personali, per sviluppare il colore organico, cioè un colore che segua la natura della persona.

Parliamo di future mamme e capelli. La tinta in gravidanza si può fare?

In gravidanza si possono colorare i capelli tranquillamente, di norma si consiglia di non utilizzare la classica colorazione con ammoniaca semplicemente per problemi di reazioni all’odore che ha ( in alcuni casi potrebbe dare un senso di nausea)o perché ,essendo in uno stato di ”alterazione “ rispetto alla norma, si diventa sensibili ad alcuni processi di reazione chimica ( banalmente anche ai farmaci ), e non come si pensa al contatto: teniamo ben presente che l’ammoniaca è una sostanza che abbiamo noi stessi in corpo, non da reazioni allergiche come si potrebbe pensare, né tanto meno se ne assorbe un quantitativo tale da danneggiare in qualche modo il feto. Se ci fossero problemi , noi parrucchiere non potremmo lavorare altrimenti in stato di gravidanza

Esistono comunque molte alternative nel caso una persona sia particolarmente sensibile all’odore dell’ammoniaca o senta la necessità di provare alternative: in primis si possono utilizzare prodotti senza ammoniaca, che utilizzano la MEA come reagente, fino ad usare i classici Hennè ( e qui potremmo aprire un capitolo in merito alla naturalezza ed alle conseguenze ). Inoltre si può iniziare a colorare con tecniche diverse per evitare proprio il contatto in cute : ad esempio colorando a falde sottili in stagnola e semplicemente sfumando il colore verso la radice. Super consigliato in questo caso è la tecnica del colore organico che sfrutta la base naturale e creando colore in gradazione verso le lunghezze.



Dopo aver partorito una neo mamma si sente in un frullatore e magari viene da te per sentirsi meglio. Tu cosa le proponi?

Il mio approccio verso le neo mamme è di natura molto distensiva: iniziando al lavatesta con un buon massaggio fatto con calma, lo shampoo permette spesso di iniziare a rilassare la persona che spesso, è in ansia per aver lasciato il cucciolo a casa..  tornare a contatto con il mondo adulto, fare due chiacchiere, suggerire un taglio che le sia pratico durante la giornata, fa riemergere la donna che è sempre stata ,induce a guardare lo specchio riprendendo la propria identità. Molte donne si vogliono tagliare i capelli corti pensando che sia più comodo, ma il capello corto chiede più tempo , cura e manutenzione di un capello lungo che può essere semplicemente raccolto. Il momento dell’allattamento, cambio pannolino e notte in bianco richiedono molta energia e diventa così difficile avere tempo per farsi una piega: uno dei consigli è proprio quello di ricavare un oretta la settimana per andare anche solo a farsi una piega.. aiuta a tenersi in ordine, sentirsi bella e pronta per tornare al meraviglioso mondo della maternità.

I capelli dopo la gravidanza sono particolarmente fragili e si tende a perderli, soprattutto se si allatta. Cosa consigli?

Il decadimento ormonale e la creazione del latte, sono i momenti più delicati nella vita del capello alimentati anche dal fatto che in gravidanza, si assumono molte vitamine che, appena dopo il parto, si smettono. È un po’ come mettere all’ingrasso l’oca per mesi e poi chiuderle il becco di colpo. Naturalmente esistono molti prodotti che andrebbero assunti in via preventiva e continuativa che stimolano il capello, migliorano l’ancoraggio e aiutano a tenere il capello in forze nonostante lo stress a cui sono sottoposte le mamme. La cosa che mi sento sempre di consigliare è quella di spendere qualche secondo sotto la doccia e massaggi la cute bene, smuovendo il derma al fine di tenerlo ossigenato sempre, consultare il proprio parrucchiere di fiducia per iniziare per tempo ad integrare con lozioni energizzanti ( non solo anticaduta) e proseguire almeno tre, quattro mesi dopo il parto.

Tagliare i capelli può essere di aiuto, ma non in maniera drastica.. togliere peso eccessivo può essere già di grande aiuto al bulbo che si trova snellito nella sua funzione. Come detto poc’anzi, fare tagli estremi crea a volte qualche problema in più a livello di gestione: sicuramente, accorciare e togliere peso aiuta a snellire l’asciugatura e aiuta a tenere in ordine.



E nel caso in cui ti portasse una foto di un’attrice o di un taglio visto sul giornale, tu glielo faresti se vedi che potrebbe farla stare meglio?

Io trovo che i riferimenti visivi siano un aiuto nel comunicare con il cliente.. tuttavia non sono un’esecutrice, non è nel mio stile e non dovrebbe esserlo nessuno.. si perde l’anima del nostro lavoro..

Quando arrivano con un idea ben precisa, osservo il volto, chiedo della loro giornata, come si svolge, quanto tempo ha da dedicare a se stessa  e inizia la vera consulenza: in base alla forma del viso, alla texture dei capelli, alla manualità che hanno cerco di creare la forma adatta al viso prendendo spunto dall’immagine e ragionando sul fatto che uno scatto , spesso, è creato ad arte, probabilmente ci sono invisibili trucchi che si usano nell’editoria  poco fruibili nella vita quotidiana. Partendo dall’immagine, si crea la nuova immagine di sé che la renda libera di non doversi occupare della chioma come se fosse un problema, ma la pura espressione di se stesse. Dare nuovo stile ad una donna, vederla guardarsi allo specchio e sorridere è il miglior modo di ripagare il lavoro fatto.

In generale l’hair stylist è un po’ psicologo?

Non siamo psicologi.. semplicemente guardiamo le nostre clienti e lavoriamo su di loro, diamo attenzione anche alle parole non dette che vengono espresse dal corpo in modo silenzioso.. spesso le persone cadono nella routine e non “guardano” chi han davanti con l’occhio che merita una persona a cui vogliamo bene.. per questo il parrucchiere  tende ad entrare in confidenza con il cliente, perché  guardiamo, osserviamo ed ascoltiamo a 360 gradi chi abbiamo davanti . Negli anni impari a leggere anche il linguaggio non verbale e questo aiuta a far abbassare le difese del cliente portandolo così a fidarsi del nostro lavoro, del consiglio professionale  e del punto di vista estetico del parrucchiere che percepisce che è il momento di dare inizio ad un cambiamento. Di base questo atteggiamento da psicologo nasce dalla passione per la bellezza non solo estetica, ma anche interiore: portare una cliente a “guardarsi e vedersi” aiuta a prendere un pochino di coscienza del sé. Dostoevskij, grande estimatore della bellezza che  lo portava ad andare a contemplare la Madonna di Raffaello almeno una volta l’anno, scrisse :” la bellezza salverà il mondo”  ed intendeva la bellezza non solo estetica, ma anche spirituale, ed è per questo che far sorridere una persona e farla sentire a suo agio la rende bellissima e forte verso tutto.

Foto credits: Emanuela Meroso

Ed ecco qui l’indirizzo dove potete trovare Emanuela:
ONE Parrucchieri
Via Emilia 82
Tel 0383 193 02 26

“Andare dal parrucchiere aiuta la neo mamma a ritrovare sé stessa”: Emanuela Meroso, hair stylist racconta il suo mestiere



La prima cosa che ho fatto dopo aver partorito ed essere tornata a casa è andare dal parrucchiere. Avevo bisogno di riappropriarmi di spazi mie, di vedermi di nuovo bella e di uscire da quel frullatore che sono le prime settimane con un neonato. Avevo le occhiaie, la pelle grigia, mi muovevo come un bradipo. Alle “mie” mamme consiglio sempre di trovare del tempo per andarci: non bisogna abbruttirsi, non si deve abbandonare la propria serenità anche esteriore (cerchiamo di mantenerci un po’ allenate, mi raccomando). Ho chiesto a Emanuela Meroso, hair stylist di grande esperienza, come si possa essere d’aiuto alle neo mamme con il giusto taglio di capelli.

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Susanna Bocconi, volontaria Progetto Itaca: “Depressione post partum più diffusa di quel che si pensa”

Dopo che io e mio marito Francesco siamo stati ospiti a The Real su Tv8 per parlare della nostra storia di rinascita con la depressione post partum, sono stata contattata da Susanna Bocconi, una delle volontarie che fanno parte di Progetto Itaca e che aiutano anche le mamme con la dpp. La simpatia immediata che ne è scattata mi ha fatto venire voglia di intervistarla, anche perché ha una storia molto bella da raccontare. Eccola per voi. Continua a leggere…

Associazione SinergicaMente: dalla parte delle mamme




Un’intervista alla quale tengo molto e che non avevo ancora pubblicato. Il progetto Gemma dell’Associazione SinergicaMente per me è uno dei più belli e concreti che esistano per le mamme. Ho chiesto che cos’è e come si struttura a Patrizia De Lio,  protagonista di una delle storie che si trovano su post-partum.it. Ecco quello che ha raccontato. Continua a leggere…

Francesca: “Io mamma nonostante la sclerosi multipla”

diventare mamma sclerosi multipla




Oggi voglio raccontarvi una storia che mi sta molto a cuore, così come voglio bene alla persona che state per scoprire. Lei è Francesca, più che una compagna di scuola. E’ stata la mia compagna di banco, una confidente, un’amica preziosa con la quale si condivide un pezzo di vita. Poi le nostre strade si sono separate, per molto tempo l’ho persa di vista e speravo che stesse ovviamente bene. Qualche anno fa sono venuta a sapere che purtroppo ha ricevuto una diagnosi pesante, una di quelle che per tutti – ma non per lei potete starne certi – è un cambiamento molto più che radicale. Ci siamo rincontrate su Facebook e recentemente siamo uscite per un caffé. E’ una donna straordinaria, ha una forza incredibile. Ha accettato di raccontare la sua storia, che voglio condividere con voi.

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Leolandia: ecco perché l’amore è anche un gioco bellissimo

paola leolandia 1

[post in collaborazione con Leolandia] Questa che vedete un po’ perplessa vicino al naso di suo papà è Paola. Abbiamo deciso di portarla a Leolandia perché era da tempo che ci chiedeva di incontrare Peppa Pig. Se nella foto la vedete stralunata è perché era la prima volta per lei e per noi come famiglia: abbiamo fatto la prima gita insieme (Vittoria l’abbiamo lasciata ai nonni). Qualcuno di voi si chiederà che cosa centri Leolandia con post-partum:  ebbene centra. In questi giorni sto ricevendo diverse richieste d’aiuto da tante mamme che si domandano: “riuscirò mai a divertirmi con mio figlio?” “sarò in grado di stare con lui senza annoiarmi?”. La risposta è: certo che ci riuscirete. L’amore è un anche un gioco bellissimo e in questi momenti in cui ho visto Paola felice ho capito il bellissimo percorso che abbiamo fatto e quanto una giornata trascorsa a Leolandia ci abbia permesso di arricchire la nostra storia.

Quando siamo andati c’era il Trenino Thomas Day, un intero giorno dedicato al mitico trenino. Tutto il parco è stato addobbato a festa  con giochi,iniziative, sorprese e decorazioni dedicate alla scintillante locomotiva blu più famosa di sempre. Anche noi abbiamo seguito la facciona di Thomas che ci ha portato direttamente da lui. ” Mamma per fargli muovere gli occhi dobbiamo fare CIUF CIUF!” continuava a ripetere Paola mentre aspettavamo il nostro turno per salire.

trenino thomas

Abbiamo fatto un giro per tutto il parco e abbiamo salutato tutti quelli che si fermavano al passeggio di Thomas. Per Paola è stato un momento speciale, perché era davvero molto emozionata. E noi con lei, perché tanti ricordi sono venuti alla mente, tante prove che abbiamo superato per arrivare fino ad oggi.

trenino thomas

Ed eccoci qui sul Trenino Thomas:

selfie trenino thomas

Come vi avevo detto a inizio post, mia figlia aveva un unico obiettivo in mente: andare da Peppa. Questa che vedete è la famosa casa della famiglia Pig: tutto è esattamente come nel cartone animato, anzi sembra proprio improvvisamente di esserci dentro, quasi in un’altra dimensione. Mentre eravamo in fila però, si stava svolgendo un altro evento unico (che in realtà avrei voluto tanto vedere visto che lei è l’idolo della mia infanzia): Cristina D’Avena al Palco Minitalia ha infatti presentato in esclusiva  la Thomas Dance, la canzone del Trenino Thomas! Avrei tanto voluto stringerle la mano e dirle che le sigle tv sono state nella mia personale top ten per anni, a fianco di Bruce Springsteen. Quando però la figlia chiama, la mamma e il papà devono rispondere, in questo caso con un bel grugnito:) Prima di arrivare alla casa Paola però ha fatto un bel giro sull’auto di Papà Pig e si è sentita proprio importante!

casa peppa leolandia

Entrare nella famosa casa è certamente la realizzazione di un desiderio, anche perché alla fine del percorso c’era proprio Peppa in persona che ci stava aspettando! Tutto è riprodotto nei minimi dettagli: l’ufficio col computer di Mamma Pig (ci avete mai pensato che pure lei è una homeworker?), il salotto, il bagno con la vasca da bagno e le paperelle e anche gli specchi magici (purtroppo non possono farci più belli, ma solo più simpatici).

Ed eccoci nella cucina della famiglia Pig, dove mamma Pig cucina le frittelle o gli spaghetti e papà Pig…li mangia! Paola è rimasta affascinata dal vedere che tutto è identico a come lo ha sempre visto lei. Si è persino accorta di Mr Zampe Fini, il ragnetto amico di Peppa, cosa di cui io ho ignorato l’esistenza fino a quando non me lo ha detto lei. Qui la vedete intenta a provare un po’ tutto, dalla lavatrice all’aprire il frigorifero, ad assaggiare il cibo di casa Pig.

cucina casa peppa

cucina casa peppa leolandia

Quando siamo usciti la mia bambina è stata davvero molto contenta e sapete perché? Perché Peppa Pig alla fine le ha dato il “cinque”. Peppa Pig, capite? Ed ecco che di colpo si è sentita una vip con tanto di palloncino al polso.

paola palloncino

Dopo la pausa pranzo in cui abbiamo mangiato dei buonissimi hamburger e patatine, abbiamo chiesto a Paola cosa volesse fare e lei ci ha risposto che voleva andare a vedere gli animali: Leolandia è dotata di una fattoria e anche di un acquario e di rettilario. Li abbiamo visti tutti, ma devo dire che è stata particolarmente colpita dalle caprette e dai maialini (ah, anche dai serpenti che cambiavano muta).

paola capretta leolandia

paola capretta 2

Avremmo voluto andare anche allo spettacolo di Masha e Orso, ma Paola data la giornata ricca di emozioni, era stanchissima. Non abbiamo fatto in tempo ad allacciarle il seggiolino che è crollata dal sonno in auto. Quando siamo tornati dai nonni a riprendere sua sorella, ha raccontato tutto quello che le è piaciuto di più e indovinate cosa è stato? Il “cinque” che le ha dato Peppa Pig.
E’ stato un giorno perfetto. Ci siamo goduti la nostra bambina e la cordialità di tutti quelli che lavorano in questo parco di divertimenti che è veramente family friendly. I bambini qui vengono accolti con tutti i riguardi, ci sono una cura e un’attenzione verso i più piccoli che lasciano piacevolmente colpiti. Non a caso Leolandia è il secondo parco divertimenti più amato in italia secondo Tripadvisor. 

Ci torneremo di sicuro anche con Vittoria, visto che ci sono tutte le attrezzature per cambiare e allattare anche i “nanetti”. Perché come diceva Nietzsche, “nell’uomo autentico si nasconde un bambino: che vuole giocare”. E questo noi adulti non dovremmo mai dimenticarcelo. 

Yoga in gravidanza: perché praticarla (anche contro la depressione post partum?)

stefi fabrizio yoga

Fabrizio e Stefania sono degli amici prima che i miei insegnati di yoga (Stefania è anche la mia testimone di nozze). Nonostante non abiti più nel luogo in cui seguivo le  lezioni, la pratica con loro mi è rimasta nel cuore, tanto che ad oggi non riesco più a fare yoga da un’altra parte. Quando aspettavo Paola ho praticato una forma più soft e devo dire che mi è servito molto per il respiro quando ero in travaglio. Poi è andato tutto diversamente da come mi aspettavo, ma questa è un’altra storia. Ecco che cosa mi hanno raccontato.

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