Sono diventata mamma. Eppure non voglio più esserlo.
Continua a leggere…
‘La depressione post partum incide profondamente sul comportamento materno limitando l’espressione emozionale e la qualità degli scambi relazionali’.
Le psicologhe e psicoterapeute Palmira Montrone e Loredana Tallarico, che hanno spiegato che cos’è la depressione post partum sul sito, ci danno uno sguardo più ampio della dpp grazie alla loro esperienza professionale. Vorrei condividere con voi quello che mi hanno raccontato.
Mamma, se sei di Milano o dintorni e per caso avresti voglia di partecipare a degli incontri sul “camminare nella mammità”, il MIP – Maggio di Informazione Psicologica – organizza una serie di interventi GRATUITI legati a vario interesse. In particolare quest’anno ci saranno tre interventi relativi al mondo della maternità. Ve li segnalo con tanto di programma nel caso in cui voleste saperne di più. Io ci sarò, con tutto il mio entusiasmo (come dice Piero Pelù).
Continua a leggere…
Io sono una persona normale.
Non ho l’aria della pazza, non vado in giro a parlare da sola dicendo frasi sconnesse. Anzi.
Sono proprio normale. Faccio cose normali. Non ho nemmeno avuto una vita infelice, anzi.
Eppure la depressione post partum ha colpito anche me. In questo è molto democratica: non è che perché sei ricco allora sei immune. Si mormorava che dopo la nascita del figlio George persino la principessa Kate Middleton ne avesse sofferto, ma ovviamente, se mai sia stato vero, tutto è stato posto sotto silenzio per la solita storia del “succede, ma non si può dire”.
La depressione post partum è un disturbo depressivo non psicotico che ha inizio e si protrae nel periodo successivo al parto, di lieve o moderata gravità, caratterizzato da una sintomatologia sovrapponibile a quella di un quadro depressivo che può manifestarsi in altri periodi della vita.
La depressione post partum è caratterizzata da una molteplicità di sintomi variabili a seconda delle caratteristiche individuali, psicosociali e ambientali. La sintomatologia esordisce entro 6 mesi dopo il parto, mediamente si manifesta in modo conclamato tra le otto e le dodici settimane. Può durare settimane o mesi e necessita di trattamento da parte di professionisti.
Uno dei primi segnali di rischio è la presenza di uno stato emotivo che predispone al pianto, all’irritabilità e alla conseguente reazione di insofferenza verso chiunque stimoli una richiesta di attenzione.
Secondo il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) i criteri di questo disturbo richiedono che sia presente quasi ogni giorno, per un periodo di almeno 2 settimane:
- umore depresso per la maggior parte del tempo;
- perdi l’interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte della giornata.
Devono essere presenti almeno 5 dei seguenti sintomi per un periodo di almeno 2 settimane:
- significativa perdita o aumento di peso senza essere a dieta, oppure diminuzione o aumento dell’appetito ogni giorno;
- insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno;
- agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno;
- faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno;
- sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati quasi ogni giorni;
- ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno;
- pensieri ricorrenti di morte.
La depressione post partum si differenzia da altri quadri clinici che possono caratterizzare il periodo successivo alla nascita, quali la baby blues, la psicosi puerperale, il disturbo post-traumatico postnatale.
In particolare, la baby blues è una transitoria flessione del tono dell’umore che interessa fino al 70% delle donne nei 10 giorni successivi al parto senza interferire con il funzionamento e che non dura più di due settimane.
La psicosi puerperale è un disturbo dell’umore caratterizzato da depressione, perdita di contatto con la realtà, disturbi della memoria e del pensiero, episodi deliranti spesso di tipo paranoide e allucinazioni, comportamenti anomali. Esordisce precocemente anche a distanza di poche ore o giorni dal parto; la maggior parte degli episodi si manifesta in forma conclamata entro i primi due mesi; l’intervento deve essere tempestivo e consiste nella somministrazione di psicofarmaci e nell’ospedalizzazione.
Il disturbo post traumatico postnatale è correlato all’aver sperimentato un parto traumatico. I sintomi sopraggiungono a breve distanza dal parto e sono caratterizzati da riattualizzazione dell’evento traumatico attraverso pensieri intrusivi, incubi, flashback, disturbi del sonno, di concentrazione e memoria, ipervigilanza, irritabilità ed evitamento di tutto ciò che rimanda all’evento traumatico. Tale disturbo può aggravarsi se non riconosciuto in tempo con manifestazione di depressione, evitamento di qualunque cura, paura per parti futuri, disturbi nella relazione con il bambino, nella relazione di coppia e nella sfera sessuale.
Ringrazio tantissimo la Dott.ssa Palmira Montrone (Psicologa e Specialista in Psicoterapia Cognitiva ad indirizzo Costruttivista ed Evolutivo –Abilitata all’esercizio dell’E.M.D.R. ) e la Dott.ssa Loredana Tallarico (Psicologa e Specialista in Psicoterapia Cognitiva e Cognitivo-Comportamentale- Abilitata all’esercizio dell’E.M.D.R.) per questo prezioso intervento: perché bisogna imparare a chiamare le cose con il loro nome. E’ il primo passo per guarire.
Foto credits: dal web
Questa vignetta, pubblicata su facebook tramite Oasi delle Mamme, esprime una situazione che noi mamme, quando non sappiamo ancora di avere la depressione post partum, purtroppo proviamo spesso: il non essere capite da chi ci circonda.
Continua a leggere…
Questo è il video – ormai risalente a tre anni fa – che Onda (l’Osservatorio Nazionale sulla Salute della donna) ha realizzato per la campagna contro la depressione che può cogliere una donna dopo la nascita del figlio.
‘Noi abbiamo cercato di fare un lavoro proprio in questo senso: cercare di dare un’immagine meno idilliaca, schematica e idealizzata della maternità’
Dove.
Consultorio Familiare dell’Ausl –pad. Bertolani
Via Amendola 2, Reggio Emilia
Tel. 0522/335552; 0522/335767
E-mail: info.mamme@ausl.re.it
Perché.
Ho avuto modo di parlare con la psicologa Piera Bevolo e con l’ostetrica Paola Ferretti, che lavorano per l’Ausl di Reggio Emilia. Devo dire che il percorso che compiono con le mamme e i papà è veramente straordinario: la chiacchierata con loro mi ha fatto molto pensare, perché a volte per evitare di ritrovarsi completamente impreparate dopo la nascita di tuo figlio, basterebbe veramente poco. Magari dire la verità. Magari.
Continua a leggere…
Il pezzo che mi è piaciuto di più:
Dovremmo forse cominciare a pensare che la naturalità della maternità e l’abusato concetto di istinto materno non esistono a priori, per ogni donna, come si è diffusamente dato per scontato, che le difficoltà esistono, sono sempre esistite, stanno anzi aumentando parecchio, e che dar loro un nome è un modo per iniziare a circoscrivere ciò che non funziona da ciò che funziona. Continua a leggere…
‘Il sorriso di un figlio può ripagarti di cento notti insonni, ma nessun figlio può restituirti te stessa, se hai deciso di rinunciarci’.
Chiara Cecilia Santamaria non ha bisogno di presentazioni: nel 2008 ha aperto Machedavvero?, uno dei primi esempi di mommy blog a godere di enorme popolarità in rete, tanto che dai suoi racconti on line è nato anche un libro, Quello che le mamme non dicono (lo potete trovare anche nella sezione Cosa puoi leggere).
Un grande pregio di Chiara è la schiettezza: ha sempre affrontato la maternità senza essere stucchevole, anzi ha avuto il coraggio di parlare di aspetti dell’essere madre non piacevoli, evidenziando la fatica, il mondo sconvolto, le difficoltà quotidiane.
E’ con lei che ho deciso di aprire quest’angolo intitolato “La parola alle mamme”.