Enrica Costa: “Ancora tanto da fare sulla dpp, ma all’estero meglio che in Italia”

enrica costa

“Le bugie secondo me sono due: se sei madre devi per forza essere felice e se non lo sei sei una cattiva madre”.

Dopo l’intervista a Deborah Papisca, oggi intervistiamo l’altra metà de l'”Oasi de le mamme”, nato come sito per parlare di maternità e (anche) di depressione post partum e da poco anche associazione culturale (qui tutte le info), che offre a Pesaro diversi servizi per le future e neo mamme. Enrica – laureata in veterinaria –  vive da alcuni anni a Irvine, in California, e prima si è divisa assieme al marito tra l’Australia e San Francisco. Mamma di due figli, ecco cosa ha raccontato della sua esperienza di mamma expat. Un grazie enorme perché in questa bella intervista ci sono tanta verità e coraggio: non una cosa da poco.

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Massimo Gramellini: “La figura della madre trattata come un cliché”

Massimo Gramellini

Massimo Gramellini non ha bisogno di presentazioni. Vice Direttore de La Stampa, conduce con Fabio Fazio la trasmissione di Raitre Che fuori tempo che fa. Scrittore di successo, nel 2012 pubblica Fai bei sogni, che si può definire il romanzo della svolta: il libro vende infatti un milione di copie e viene tradotto in 22 Paesi. Il suo lavoro più recente è realizzato a quattro mani con Chiara Gamberale e s’intitola Avrò cura di te (2014).

L’ho conosciuto durante Revolution, la trasmissione di Tv2000 di cui sono stata ospite e sebbene non sia riuscita a parlargli, l’ho contattato tramite mail chiedendogli se avesse voglia di rilasciare un’intervista su Post-partum.it. E’ stato davvero molto disponibile: quello che state per leggere è ciò che mi ha raccontato.

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Depressione post partum: quando il senso di inadeguatezza arriva dalla pubblicità

Depressione post partum

Non so se avete visto il nuovo spot di una nota marca di prodotti per l’infanzia. Secondo me la comunicazione deve fare ancora passi da gigante in materia di maternità: sarà perché i creativi sono uomini? Quando ho visto questa pubblicità sono rimasta abbastanza perplessa. Credo sia piena di luoghi comuni e che il messaggio sia sbagliato per due motivi:

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Depressione post partum: perché bisogna metterci la faccia

Depressione post partum

Siccome a me piace essere sincera, non mi nasconderò dietro ad un dito: quando ho aperto post- partum.it la mia volontà era di non rimanere confinata dietro una tastiera del computer. Penso che sia importante raccontare delle storie attraverso la Rete, ma ritengo sia altrettanto giusto mostrarsi in prima persona ad altre mamme, visto che non bisogna nascondersi se si soffre o si è sofferto di depressione post partum.

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Depressione post partum: una riflessione sui gesti estremi

Depressione post partum

I fatti di cronaca di questi giorni non possono non farmi pensare a quanto sia difficile – a volte insopportabile – essere madre. Prima la mamma di Loris, poi la donna russa che ha dichiarato di aver affogato il proprio figlio di 9 mesi tra le acque della Liguria. Cosa sta succedendo?

Mi hanno colpito molto le parole della scrittrice Simona Vinci che sulla pagina personale di Facebook ha scritto: “nonostante l’orrore e l’angoscia e la paura che, come a tutti, provocano in me storie di cronaca che raccontano gesti estremi compiuti da una madre penso che dovremmo fare silenzio, smettere la toga del giudice, arrenderci all’evidenza dell’abisso che purtroppo può aprirsi dentro un essere umano. Non parlo di pietà, non parlo di empatia, parlo di pudore“. 

Pudore. Apro il dizionario e leggo tra i significati: “estens. Ritegno, vergogna, discrezione, senso di opportunità e di rispetto della sensibilità altrui”. Io non giustifico – sia chiaro – gesti così estremi, ma provo a capire. Certo, il primo pensiero è che non esistono motivi sufficienti per compiere un infanticidio. E’ vero: non ce ne sono, però credo che queste madri, ognuna con la sua storia, sia stata a proprio modo profondamente ed infinitamente sola. E la solitudine, credetemi, è la bestia più subdola che possa esistere. 

Perché quando ci si sente sole e si sta sole tutto il giorno con il proprio bambino mentre sembra che tutti abbiano una vita al di fuori di te, cominci a percepire tuo figlio – che magari avevi anche tanto desiderato – come un ostacolo alla tua libertà. Ci sono donne, come lo ero io, che non sono preparate a essere madri. O perché lo diventano improvvisamente o perché per il proprio passato (o presente, magari per la mancanza di un compagno) non riescono a conciliare la loro nuova identità.

La mamma di Loris ha una storia difficile, mentre la donna russa forse non era più legata al padre di suo figlio. Ripeto, non è giustificabile, ma quando non hai accanto nessuno a cui gridare che stai male, l’unica via possibile ti sembra una sola per non affogare nell’abisso. Non dimentichiamoci che ancora oggi per molte donne è difficile chiederlo questo aiuto. Perché pensano di essere delle cattive madri o perché – ancora peggio – non lo sanno che si può. Non c’è adeguata informazione, non c’è adeguata prevenzione.

Da qui secondo me la fondamentale importanza dei corsi pre parto: non si tratta solo di momenti in cui si parla di tutine, cambio di pannolini, allattamento e via discorrendo, ma di incontri fondamentali per la mamma e i papà sui cambiamenti profondi a cui andranno incontro, sull’emotività. Per questo bisognerebbe dare più spazio alle emozioni, anche negative, alle paure delle future mamme e se ci sono situazioni di rischio segnalarle allo psicologo per iniziare -prima – un percorso terapeutico. Qualcuno già lo fa, ma è la minoranza.

Quando vogliamo cominciare a cambiare le cose? Perché dalla depressione post partum non si guarisce andando in vacanza.

Foto credits: Gisella Congia  

La depressione post partum? “Un ladro che ruba la maternità”

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Prosegue il ciclo di interviste ad esperti che si occupano di depressione post partum. Oggi intervisto la Dottoressa Nicla Pannacciulli, psicologa e psicoterapeuta, che grazie alla sua esperienza maturata sia in Italia sia in Francia, si è specializzata nel trattamento di disturbi legati all’ansia e alla depressione. Offre inoltre supporto per ciò che riguarda problemi individuali, di coppia e genitoriali. Ecco quello che ha raccontato sulla sua esperienza legato alle donne e alla maternità.

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E di nuovo la vita sembra fatta per te.

Nonostante tutte le paure.
Nonostante la depressione post partum.
Nonostante l’equilibrio precario in cui viviamo.
Nella mia pancia batte un cuoricino di 16 settimane.
Diventerò mamma per la seconda volta.

“Se vi serve chiamatemi scema, ma io almeno credo”.
Credo che ci sia sempre una seconda possibilità.
Che la vita – anche quando non ne puoi più – ti riprende e ti guarda in faccia benevola.
Che poi un giorno dirai “grazie” al tuo dolore.
Ma solo se lo vuoi.
E io voglio tanti figli.
Non per insegnare loro a vivere.
Perché loro lo insegnino a me. futuro

Luisa mamma coraggio: “La mia depressione post partum e la rinascita verso mio figlio”

lucia

Un’altra mamma coraggiosa che ha scelto questo piccolo spazio per raccontarsi: dopo Elisa, ecco la storia di Luisa, 32 anni, madre di Giulio di 2. Una testimonianza di resilienza preziosa per ogni donna che si trova spersa nel buio (e noi mamme che abbiamo avuto o stiamo soffrendo di dpp lo sappiamo bene…) e che ridà una speranza: dalla depressione post partum si può guarire. Ecco quindi cosa ci ha raccontato.

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