Ne discutevo ieri con una mia amica. Io penso di sì, almeno per quanto riguarda me: altrimenti non sarei andata in terapia. Perché dico così? Perché ho una serie di problemi grandi e piccoli che ho portato anche durante le mie sedute e su cui sto lavorando:
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Avevo già scritto che qualche tempo ho deciso di comunicare ai miei genitori di essere andata in terapia. Bene, la mia psicologa ha pensato che sarebbe opportuno per me fare un incontro “di famiglia” in cui io possa riuscire a spiegare loro come mai ci sono certe cose che proprio non riesco a tirare fuori. I miei mi hanno detto subito di sì, ma ieri mio padre – forse subodorando che uno dei motivi della dpp potesse in qualche modo essere radicato nel mio rapporto con loro – mi ha detto: “Senti, io non vorrei che poi andassimo a incominciare una storia senza fine con questa cosa qui”.
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Un video davvero sconvolgente realizzato dall’associazione Strada Onlus che con il primo social network dedicato alla depressione delle mamme (Rebecca Blues) vuole diffondere l’argomento (di cui si parla ancora troppo poco). Per discutere anche di depressione pre partum (perché e quella può essere altrettanto angosciosa).
“I had a black dog” è il titolo di un cortometraggio animato di Matthew Johnstone: mostra come la depressione sia una compagna fedele, esattamente come un cane nero, spaventoso e angosciante, che non ti lascia mai e che ti impedisce di vivere. Purtroppo di depressione non si parla mai abbastanza: può essere davvero invalidante, al pari di altre malattie che colpiscono il corpo. Perché la differenza sta proprio qui: mentre il disagio fisico è evidente, quello mentale non viene percepito come tale, perché è visibilmente invisibile.
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‘Un fattore che può essere di aiuto nella prevenzione della DPP è il riuscire ad avere aspettative REALISTICHE sull’esperienza della maternità’.
Dove.
Prosegue l’intervento (prezioso) degli specialisti che si occupano di depressione post partum. Questa settimana ho intervistato il gruppo di lavoro dell’Ausl di Ferrara, in particolare il Servizio di Psicologia Clinica Territoriale che fornisce a chi lo desidera un punto d’ascolto per mamme in difficoltà e una consulenza ai genitori per affrontare il primo anno di vita del bambino. Ecco quello che hanno raccontato.
‘Al corso pre parto non si è parlato per nulla di depressione post partum e trovo la cosa molto grave: succede e spesso non viene riconosciuta, perché non informare le future madri?’
Daniela Scapoli è una content editor e web writer. Laureata in lettere, è stata una delle prime a credere nelle potenzialità della Rete, tanto da trovarci una professione. Mamma di due bambine, conosciute dal popolo di internet come “La Bionda” e “La Bruna”, ha un blog che si chiama come le sue figlie dove racconta la quotidianità con loro e in cui riflette con molta sincerità sull’autismo. Le ho chiesto com’è la sua avventura di madre e ciò che state per leggere è ciò che mi ha raccontato.
Ho un’ (ex) amica che sebbene non sia ancora madre – le mancano due mesi al parto – pensa di sapere già tutto sulla maternità. Il suo consiglio è stato quello di non continuare a parlare di depressione post partum, ma – parole testuali – “di sostarmi su altre attività”. Tipo? La maglia? Il taglio e cucito? La corsa con i sacchi?
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